Domani, domenica 28 aprile, papa Francesco sarà in visita a Venezia, la città lagunare che ha donato tre Papi alla Chiesa e ne ha accolti altrettanti tra le sue strade d’acqua. La visita ha una durata programmata di cinque ore, il volo di andata è previsto in partenza alle 6,30 presso l’eliporto del Vaticano. Alle 8 l’atterraggio nel piazzale interno della Casa di Reclusione femminile alla Giudecca, che ospita il Padiglione della Santa Sede alla Biennale di Venezia. In mattinata poi il Papa incontrerà i giovani alla Basilica della Madonna della Salute con i quali attraverserà il ponte fino a giungere in piazza San Marco dove celebrerà la Messa alle ore 11. Quindi, dopo una sosta privata all’interno della Basilica dedicata al patrono di Venezia, alle 13 è prevista la partenza del volo di ritorno in Vaticano.
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(di seguito l’articolo di Alberto Vitucci, pubblicato su Gente Veneta n. 17 del 26 aprile 2024, pag. 23)
«Mio padre me lo aveva detto: “Se porterai in gondola un Papa, capirai cosa vuol dire”. Aveva ragione. È stata l’emozione più grande della mia vita». Franco Dei Rossi detto “Strigheta”, 70 anni, buranello, campione del remo e uomo di laguna, non riesce a trattenere le lacrime. È stato l’ultimo a portare in gondola un papa, l’8 maggio del 2011. Joseph Ratzinger, insieme all’allora Patriarca Angelo Scola a bordo della gondola “dogaressa”. Vogata dai quattro super campioni del remo e gondolieri Giampaolo D’Este, Igor Vignotto, Franco Strigheta e suo fratello Bruno.
Una tradizione di famiglia. Perché il papà di Franco, Albino Dei Rossi Strigheta detto “Gigio”, figura leggendaria della voga e vincitore di 14 Regate Storiche, aveva cominciato da giovane a trasportare patriarchi e pontefici. «Era il gondoliere personale del patriarca Roncalli», racconta Franco, «poi diventato papa con il nome di Giovanni XXIII. Lui aveva un bel rapporto con i gondolieri. Li invitava a San Marco, ogni tanto gli allungava qualche mille lire…. Quando diventò papa andarono a trovarlo in delegazione. “Venga a mangiare con noi Santità”, gli dissero. Ma lui sorrise: “Ragazzi, qui non comando io…”». Patriarchi e papi per Gigio Strigheta. Poi Gigio Strigheta portò in gondola altri due papi: Paolo VI, nel 1972, il giorno in cui lui mise la stola al collo del futuro papa Luciani. Un segno premonitore del fatto che sarebbe salito al soglio di Pietro. E Giovanni Paolo II, il papa polacco, che venne a Venezia nel giugno del 1985. «Mio padre vogava a poppa, in barca c’erano anche Italo Crea, Marcello Bon, Fravega. E con Paolo VI Crea, Ciapate e Morucchio». «Mio papà mi raccontava spesso i particolari di quell’indimenticabile viaggio in gondola. Vedrai, se ti capiterà capirai cosa vuol dire! Aveva ragione. È stata davvero una emozione grandissima. Ho capito tante cose. Anche che il Papa è una persona speciale».
Nei ricordi di Franco anche il salto imprevisto che Benedetto, allora non più giovane, fece per salire sulla gondola. «Non ha messo il piede in banda, è saltato direttamente in gondola!», ricorda Strigheta con un grande sorriso, «lo abbiamo preso al volo, per poco non ci cascava in acqua!» Alla fine della piccola traversata del Bacino, da San Marco alla Salute, Ratzinger era sceso aiutato dai gondolieri e gli aveva stretto la mano uno ad uno». Una persona di una grande dolcezza e spiritualità, ci ha detto siete stati davvero bravi. Ecco, sono cose che restano dentro per sempre». Franco mostra le foto del papà, e le sue in gondola con la livrea bianca, a fianco dell’amato fratello Bruno che sarebbe scomparso pochi mesi dopo. «E’ un momento della mia vita che non dimenticherò mai dice – adesso andremo a vedere papa Francesco. Purtroppo lui non può salire in barca. Altrimenti eravamo pronti a portarlo sulle acque della nostra amata città»
(Foto Ansa: Papa Benedetto XVI si avvia all’imbarcadero sul molo di San Marco, 8 maggio 2011)
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