Più di 700 cristiani sono stati battezzati la domenica di Pasqua nella diocesi cattolica di Katsina, in Nigeria, dove si registra un aumento degli attacchi contro le comunità cristiane. In un’intervista del 3 aprile con ACI Africa, il corrispettivo della CNA in Africa, il vescovo Gerald Mamman Musa (in foto) si è detto soddisfatto e felice per il gran numero di battezzati, tutti della sua diocesi creata, nell’ottobre 2023 da Papa Francesco.
«È stata una celebrazione molto grande perché per la prima volta abbiamo avuto più sacerdoti riuniti insieme nella cattedrale», ha detto Musa. Ma ciò che desta più meraviglia, come ha fatto notare il prelato, è l’alto numero di battezzati, peraltro in una sola notte, che sembra davvero superare le sfide ai pericoli enormi che quotidianamente la comunità cristiana si trova ad affrontare, in Nigeria. Situazione a cui Il Timone ha dedicato il Primo piano di aprile. «Questo ci dice che, in tanti piccoli modi, Dio è all’opera. Anche nei luoghi remoti, anche nei luoghi in cui si ritiene che vi sia una minoranza cristiana, Dio è all’opera», ha detto il vescovo. «E ringraziamo Dio per il raccolto che abbiamo. Raccolto in termini di numero crescente di membri che guadagniamo».
Ma le previsioni, per il prelato, sono ancora più ottimistiche: «Crediamo che con il tempo avremo un numero maggiore di persone che si convertono alla fede, un numero maggiore di persone che si battezzeranno e avremo un numero maggiore di persone che saranno più impegnate nella loro fede», ha detto Musa ad ACI Africa. L’unica vera difficoltà, paradossalmente, non è il coraggio, che a questi cristiani sembra davvero non mancare, ma la situazione di precarietà in cui versa la Chiesa in Nigeria.
Il vescovo ha, infatti, fatto notare che nella parte meridionale dello Stato migliaia di persone sono già state sfollate da coloro che ha definito “banditi”. Durante il periodo della Quaresima avrebbe, infatti, visitato 45 famiglie sfollate dai governi locali nello stato di Katsina che rappresenterebbero, secondo Musa, solo una parte delle circa 300 comunità cacciate via. Ovviamente questo influirebbe sull’opera di evangelizzazione perché queste persone, sottolinea il vescovo, hanno dovuto lasciare la loro Chiesa per andare a vivere altrove e hanno difficoltà a tornare in patria.
Musa spera ancora che la sua diocesi continui a sostenere i nuovi convertiti che hanno abbracciato la fede. «Vogliamo sviluppare un sistema grazie al quale coloro che si convertono alla fede, così come coloro che sono nella fede, abbiano una buona formazione. Anzi, vogliamo sviluppare la formazione a lungo termine», ha detto. «La formazione non si esaurisce solo con il catechismo che prepara alla santa Comunione e non si conclude solo con il catechismo quando ci prepariamo al battesimo. Ma la formazione alla fede dovrebbe durare tutta la vita affinché il nostro popolo continui a crescere nella fede», ha affermato. (Foto: Screenshot Catholic Television of Nigeria, YouTube)
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