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Vaticano in Dignitas infinita: no ad aborto, suicidio assistito, utero in affitto
NEWS 8 Aprile 2024    di Lorenzo Bertocchi

Vaticano in Dignitas infinita: no ad aborto, suicidio assistito, utero in affitto

C’è una dignità dell’uomo che va oltre ogni circostanza e permane. Sempre. Vale, per esempio, «in un bambino non ancora nato, in una persona priva di sensi, in un anziano in agonia». Ogni svilimento di questa dignità umana riduce l’uomo a qualcosa d’altro, lo rende disponibile al potere di turno e ai giochi delle maggioranze. Il documento Dignitas infinita del dicastero della Dottrina della fede, presentato oggi in Vaticano, e frutto di un lavoro che ha visto coinvolto soprattutto il precedente prefetto card. Ladaria e poi l’attuale card. Fernandez, nel suo nocciolo è tutto qui.

Nella prima parte del documento, quella che forse sarà meno letta e compresa, infatti, c’è un chiaro rimando alla realtà che ogni essere umano ha innanzitutto una sua «dignità ontologica radicata nell’essere stesso della persona umana e che sussiste al di là di ogni circostanza». Il richiamo alla definizione classica di persona – «sostanza individuale di natura razionale» – permette al documento di affermare che «anche se, a causa di vari limiti o condizioni, [l’essere umano] non è in grado di mettere in atto [le sue] capacità, la persona sussiste sempre come “sostanza individuale” con tutta la sua inalienabile dignità».

Ecco allora che «la dignità non viene concessa alla persona da altri esseri umani, a partire da determinate sue doti e qualità, in modo che potrebbe essere eventualmente ritirata», ma «la dignità è intrinseca alla persona, non conferita a posteriori, previa ad ogni riconoscimento e non può essere perduta. Di conseguenza, tutti gli esseri umani possiedono la medesima ed intrinseca dignità, indipendentemente dal fatto che siano in grado o meno di esprimerla adeguatamente».

«La Chiesa», si legge in Dignitas infinita, «insiste sul fatto che la dignità di ogni persona umana, proprio perché intrinseca, rimane “al di là di ogni circostanza”, ed il suo riconoscimento non può assolutamente dipendere dal giudizio sulla capacità di intendere e di agire liberamente delle persone».

Quindi il documento presenta un elenco – «pur senza pretesa di esaustività» – delle violazioni di questa dignità umana. È tutto ciò «che è contro la vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l’aborto, l’eutanasia e lo stesso suicidio volontario». «Attenta altresì alla nostra dignità “tutto ciò che viola l’integrità della persona umana, come le mutilazioni, le torture inflitte al corpo e alla mente, le costrizioni psicologiche”. Ed infine “tutto ciò che offende la dignità umana, come le condizioni di vita subumana, le incarcerazioni arbitrarie, le deportazioni, la schiavitù, la prostituzione, il mercato delle donne e dei giovani, o ancora le ignominiose condizioni di lavoro, con le quali i lavoratori sono trattati come semplici strumenti di guadagno, e non come persone libere e responsabili”». La linea di orizzonte è quella di difendere la dignità della vita umana non solo al suo concepimento o alla sua fine, ma anche nel cosiddetto «durante vita».

Per quanto riguarda la guerra, Dignitas infinita ribadisce che «tutte le guerre, per il solo fatto di contraddire la dignità umana, sono “conflitti che non risolveranno i problemi, ma li aumenteranno”, ribadendo che «poiché l’umanità ricade spesso negli stessi errori del passato, «per costruire la pace è necessario uscire dalla logica della legittimità della guerra».

Sull’aborto si dice che «nessuna parola vale a cambiare la realtà delle cose: l’aborto procurato è l’uccisione deliberata e diretta, comunque venga attuata, di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza, compresa tra il concepimento e la nascita».

«La Chiesa, altresì, prende posizione contro la pratica della maternità surrogata, attraverso la quale il bambino, immensamente degno, diventa un mero oggetto». Pertanto, citando papa Francesco, il documento recita: «Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto. Auspico, pertanto, un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica».

Sull’eutansia si ricorda che «la vita umana, anche nella condizione dolente, è portatrice di una dignità che va sempre rispettata, che non può essere perduta ed il cui rispetto rimane incondizionato. Non esistono infatti condizioni mancando le quali la vita umana smette di essere degnamente tale e perciò può essere soppressa». E «Aiutare il suicida a togliersi la vita è, pertanto, un’oggettiva offesa contro la dignità della persona che lo chiede, anche se si compisse così un suo desiderio».

Sul gender «la Chiesa ricorda che la vita umana, in tutte le sue componenti, fisiche e spirituali, è un dono di Dio, che va accolto con gratitudine e posto a servizio del bene. Voler disporre di sé, così come prescrive la teoria del gender, indipendentemente da questa verità basilare della vita umana come dono, non significa altro che cedere all’antichissima tentazione dell’essere umano che si fa Dio ed entrare in concorrenza con il vero Dio dell’amore rivelatoci dal Vangelo». Inoltre, «un secondo rilievo a riguardo della teoria del gender è che essa vuole negare la più grande possibile tra le differenze esistenti tra gli esseri viventi: quella sessuale. Questa differenza fondante è non solo la più grande immaginabile, ma è anche la più bella e la più potente: essa raggiunge, nella coppia uomo-donna, la più ammirevole delle reciprocità ed è così la fonte di quel miracolo che mai smette di sorprenderci che è l’arrivo di nuovi esseri al mondo».

(Foto Ansa)


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