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L’ateo Dawkins: «Tra Cristianesimo e Islam? Sceglierei sempre il Cristianesimo»
NEWS 3 Aprile 2024    di Redazione

L’ateo Dawkins: «Tra Cristianesimo e Islam? Sceglierei sempre il Cristianesimo»

Richard Dawkins non è solo un famoso biologo evoluzionista e divulgatore, ma dopo aver scritto L’illusione di Dio: le ragioni per cui non credere è stato definito «l’ateo più celebre del mondo». In una recente intervista con la giornalista Rachel Johnson ha voluto commentare l’accensione delle luci per il Ramadan in Gran Bretagna dichiarandosi «cristiano culturale».

Già nel 2007 aveva riportato alla Bbc la stessa posizione, dopo che il deputato Tory Mark Pritchard aveva accusato le persone politicamente corrette di aver minato il Natale. In quell’occasione aveva detto che gli piaceva «cantare i canti di Natale», rilevando che fosse «crescente» la «sensazione che molte delle principali feste cristiane vengono messe da parte ed emarginate, più o meno apertamente». Aveva aggiunto: «Non sono uno di quelli che vogliono fermare le tradizioni cristiane. Questo è storicamente un paese cristiano. Sono un cristiano culturale nello stesso modo in cui molti dei miei amici si definiscono ebrei culturali o musulmani culturali. […] Non sono uno di quelli che vuole eliminare la nostra società dalla nostra storia cristiana».

Ora ha dichiarato di essere rimasto in qualche modo «inorridito» dal fatto che l’Occidente promuova il Ramadan sminuendo la Pasqua: «Viviamo in un Paese culturalmente religioso e io mi considero culturalmente cristiano. Non sono un credente, ma c’è una distinzione tra un cristiano credente e un cristiano culturale». Dawkins spiega cosa intende per cristiano culturale: «Amo gli inni e i canti e mi sento a casa nell’ambiente cristiano. Penso che in questo senso siamo un Paese cristiano».

Ammette poi che nonostante lo rallegri il fatto che «statisticamente il numero di persone che credono nel cristianesimo sta diminuendo», non sarebbe contento «se perdessimo tutte le nostre cattedrali e le nostre belle chiese parrocchiali». Alla domanda se considera un problema la costruzione di seimila moschee in tutta Europa, risponde: «Lo considero un problema, davvero. Voglio dire, potrei scegliere le mie parole con attenzione. Se dovessi scegliere tra Cristianesimo e Islam, sceglierei sempre il Cristianesimo. Penso che sia una religione fondamentalmente rispettabile, in un modo in cui penso che l’Islam non lo sia».

Ha poi approfondito: «Per esempio, il modo in cui vengono trattate le donne. Il Cristianesimo non è bravo in questo. Ha avuto i suoi problemi con le donne prete, le donne vescovo e cose del genere, ma c’è un’ostilità attiva verso le donne che è promossa, credo, dai libri sacri dell’Islam. Non parlo dei musulmani come individui, che sono molto, molto diversi, ma delle dottrine dell’Islam. L’hadith e il Corano sono fondamentalmente ostili alle donne, ostili ai gay. E mi rendo conto che mi piace vivere in un Paese culturalmente cristiano anche se non credo a una parola della fede cristiana».

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(Fonte foto: Screenshot da X)


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