«Chiedo di leggere, così non mi affatico tanto; ho ancora il raffreddore e mi affatica leggere per un po’». Provato da un malessere che lo affligge da qualche giorno, inserito in quella «debole salute di ferro» che accompagna papa Francesco in questi anni, il pontefice si è rivolto così ai partecipanti al Convegno Internazionale “Uomo-Donna immagine di Dio. Per una antropologia delle vocazioni” incontrati oggi in udienza.
Epperò una cosa papa Francesco l’ha sottolineata, peraltro in linea con una delle costanti del suo magistero meno pubblicizzate da alcuni media, di solito più rapidi nel riportare le parole del Papa. «È molto importante che ci sia questo incontro», ha detto Francesco, «questo incontro fra uomini e donne, perché oggi il pericolo più brutto è l’ideologia del gender, che annulla le differenze». Poi, sempre a braccio, ha ricordato che ha chiesto «di fare studi a proposito di questa brutta ideologia del nostro tempo, che cancella le differenze e rende tutto uguale». E, infatti, come preannunciato anche dal prefetto del Dicastero per la Dottrina della fede, cardinale Victor Fernandez, dovrebbe uscire a breve un documento vaticano sul gender.
«Cancellare la differenza è cancellare l’umanità», ha detto Francesco, passando in breccia in un sol colpo tutte le possibili e immaginabili fluidità sessuali che la fantasia al potere potrebbe ideare. Per far capire di cosa stesse parlando papa Bergoglio ha rimandato a un consiglio di lettura, anche questo non nuovo per Francesco. Si tratta del libro Il padrone del mondo di Robert H. Benson: «Il romanzo parla del futuribile ed è profetico», ha detto il Papa, «perché fa vedere questa tendenza di cancellare tutte le differenze. È interessante leggerlo, se avete tempo leggetelo, perché lì ci sono questi problemi di oggi; è stato un profeta quell’uomo».
Quella che emerge da questo libro in effetti è una società dove non esistono più differenze, religiose, culturali, sociali, tutte è livellato, unificato, omogeneizzato. Il perno di questo progetto è quello di togliere di mezzo Dio e sostituirlo idolatrando i fautori del livellamento. Ma, disse Francesco in una omelia a Santa Marta nel 2013, «negoziare la propria fedeltà a Dio è come negoziare la propria identità».
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