A 20 anni dalla nascita di Facebook, anche i social sono invecchiati e non troppo bene. Per quanto infatti mantengano grande attualità, le piattaforme di comunicazione virtuale – che ormai sono numerosissime: da Whatsapp a Instagram, da TikTok a Twitter/X, da Snapchat a Threads – mostrano oggi tutti gli i segni dell’età, essendo oggetto di una critica culturale ma anche politica che si fa sempre più netta.
Il Primo piano del Timone di marzo è dedicato proprio a questo tema, e si apre con una lunga intervista fatta dal direttore Lorenzo Bertocchi a Paolo Landi, un giornalista, scrittore e manager italiano attivo nel campo della comunicazione e mass media e, soprattutto, autore di un libro molto interessante al riguardo, La dittatura degli algoritmi (2024). Secondo questo autore, i social sono «una grande forma di conformismo» che «spingono verso la solitudine».
A proposito delle conseguenze dell’uso dei social, Cristina Gauri firma una accurata analisi con cui – ricerche alla mano – evidenzia come i danni dei social sui giovani siano allarmanti, tanto che oggi anche New York li tratta come il tabacco. Chiude il Primo Piano Giuliano Guzzo che, a partire dal caso Balocco che ha travolto Chiara Ferragni, evidenzia come l’intera galassia degli influencer sia in crisi profonda, stritolata da quello stesso sistema che aveva decretato il successo dei “creatori di contenuti”.
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