Arriva ancora dall’Africa una forte presa di posizione su Fiducia Supplicans. Domenica scorsa monsignor Lucius Iwejuru Ugorji, anche presidente della Conferenza episcopale della Nigeria (Cbcn), in occasione dell’apertura formale della Prima assemblea plenaria 2024 presso il Segretariato cattolico della Nigeria ad Abuja, ha dichiarato: «Dobbiamo sinceramente ammettere che la dichiarazione Fiducia Supplicans (sul significato pastorale delle benedizioni), emessa il 18 dicembre 2023 dal Dicastero per la Dottrina della Fede, ha aumentato le nostre sofferenze». Le dichiarazioni della Santa Sede «dovrebbero incoraggiare l’unità e la comunione tra i vescovi in materia di dottrina, morale e liturgia», ha proseguito monsignor Ugorji, «sfortunatamente, Fiducia Supplicans tende a ferire l’unità e la cattolicità della Chiesa».
La salda fede dei cristiani in Nigeria, fortemente perseguitati, si dimostra ancora una volta desiderosa di salvaguardare il deposito della fede in Cristo: «In mezzo a questa confusione e a queste spinte, dobbiamo, come Pastori con il compito pastorale di salvaguardare il deposito della fede nella sua purezza e integrità, sostenere l’insegnamento della Chiesa basato sulla Sacra Scrittura e sulla Tradizione». Citando san Paolo, ha esortato a «non conformarci alla mentalità di questo mondo», spiegando che nei tempi in cui ci troviamo «dove i protagonisti e gli sponsor delle ideologie laici postmoderne usano il potente strumento di formazione dell’opinione dei mass media per diffondere una cultura permissiva in nome della libertà e dei diritti umani» dobbiamo allenare il nostro discernimento per «essere in grado di differenziare adeguatamente tra la “voce di Dio” e la “voce del mondo”».
Da pastore della comunità cristiana ha poi ribadito la necessità di continuare a «insegnare ai nostri fedeli che non c’è possibilità di benedire le coppie o le unioni omosessuali nella Chiesa in Africa» e che «gli atti omosessuali sono di grave depravazione, sono intrinsecamente disordinati e, soprattutto, contrari alla legge naturale». In quest’ottica, è importante allo stesso modo continuare a «sottolineare che Dio ama il peccatore incondizionatamente e lo chiama al pentimento in modo che possa vivere. Come peccatori, siamo tutti incoraggiati a emulare il Figlio Prodigo, che abbandonò il suo passato peccaminoso e tornò a casa di suo padre».
Parole chiare, quelle dell’arcivescovo nigeriano, che si aggiungono a un dibattito ampiamente divulgato dai mass media ma che troppo spesso ha lasciato indietro la voce di chi ne è il diretto interessato. Ecco perché insieme alle dichiarazioni ufficiali dei singoli vescovi e ai comunicati di varie conferenze episcopali, vale la pena dare spazio a quella minoranza di cattolici omosessuali che ha trovato risonanza sul Timone di questo mese con le proprie critiche e alternative.
(Fonte foto: Screenshot, KUL, John Paul II Catholic University of Lublin, YouTube)
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