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La strage di Palermo non ha nulla di religioso
NEWS 14 Febbraio 2024    di suor Anna Monia Alfieri

La strage di Palermo non ha nulla di religioso

Eventi come quello accaduto nel palermitano,  dove  si è compiuta una strage familiare in cui il padre ha brutalmente ucciso i due figli minori e la moglie “per scacciare il demonio”, lasciano tutti sgomenti e senza parole. Unica sopravvissuta la figlia diciassettenne. Non oso mettermi nei panni di quella povera ragazza sopravvissuta e la cui vita rimarrà segnata in modo indelebile. Al di là del fatto in sè e delle persone coinvolte, come vittime e come carnefice, occorre andare a fondo delle diverse situazioni e chiedersi il motivo che ha scatenato la violenza, in questo caso, omicida.

Inorridisco quando sento parlare di sette, di fanatismo religioso, di esorcismi, di violenze commesse per motivi  religiosi. Inorridisco anche quando sento definire il colpevole della strage come “molto religioso”. Frasi come queste fanno pensare che ancora non si è capito dove corre la differenza tra religione e fanatismo. Il sentimento religioso autentico è frutto, infatti, di un atto intellettuale: l’uomo si percepisce come essere finito, limitato, bisognoso di un Essere infinito che completi la sua finitezza. Questo senso religioso è innato nell’uomo: per me l’Essere infinito ha un nome, Dio che si rivela all’uomo attraverso il Figlio.

A monte, dunque, vi è la ragione che coglie i propri limiti. Il fanatismo, al contrario, si pasce della irrazionalità, sguazza in un sentimento che non è assolutamente religioso ma è pura superstizione, si pasce della paura e, mi sia consentito il dirlo, della più totale ignoranza, nel senso etimologico del termine, ossia del non sapere: in questo caso nel non sapere che fede e ragione, fede e intelletto umano costruiscono il senso religioso autentico.

All’ignoranza si uniscono le diverse forme di povertà, materiale e spirituale, il degrado, l’isolamento sociale. La scuola, le diverse istituzioni educative possono fare molto per far capire ai giovani il pericolo rappresentato dalle diverse sette (purtroppo sono tantissime) che si nutrono del disagio altrui. Invito gli Assistenti sociali, le Forze dell’Ordine a compiere indagini sempre più accurate nei confronti delle diverse sette esistenti sul nostro territorio e invito anche le Autorità di tutte le confessioni religiose praticate sul territorio nazionale a unire gli sforzi, ad educare i giovani, a mandare messaggi chiari, perchè non è possibile che nel 2024 il fanatismo religioso provochi morte e dolore.

Mi spiace ripeterlo: ma la causa dei fenomeni di violenza è sempre culturale, ossia la mancata formazione, in tutti gli ambiti, dei giovani che, almeno da tre decenni, sono abbandonati alla solitudine delle loro vite. Anche la realtà della setta, come tutte le altre forme di dipendenza, è un modo per uscire da quella solitudine che caratterizza le nostre vite, rischiando di soffocarle.

(Foto Ansa)


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