In occasione di una riunione del 24-26 gennaio tenutasi in Kenya tra i rappresentanti delle Conferenze Episcopali dell’Africa e del Madagascar (Secam) e del Consiglio delle Conferenze episcopali europee, il cardinale Fridolin Ambongo Besungu della Repubblica Democratica del Congo, ha dichiarato che Fiducia Supplicans abbia generato ulteriore confusione per la sua data di pubblicazione, il 18 dicembre. «I tempi, il momento in cui questo documento è stato pubblicato, è stato dannoso per il processo sinodale», ha dichiarato il Cardinale africano riferendosi al fatto che quel documento a molti possa essere sembrato il risultato dei Sinodi dei vescovi sulla sinodalità.
«Nella prima sessione, il Sinodo ha affrontato tutte queste questioni, ma il Sinodo non ha deciso», ha detto Ambongo, «quindi la pubblicazione di questo documento, tra le due sessioni del Sinodo, è stata vista dalla maggior parte delle persone come se fosse il frutto del sinodo, quando non aveva nulla a che fare con il Sinodo». Il salto che molte persone hanno fatto è stato pensare che la Chiesa approvi «le coppie omosessuali e l’omosessualità», quando sia «la cultura africana» che «gli insegnamenti fondamentali della fede cattolica» dicono il contrario. In Africa la resistenza è stata ferma e compatta: «Noi vescovi africani non riteniamo appropriato che l’Africa benedica le unioni omosessuali o le coppie dello stesso sesso, perché ciò causerebbe confusione», intendendo che nelle chiese africane non si faranno di fatto questo tipo di benedizioni.
Il cardinale Ambongo ha tenuto a specificare che questa posizione non riflette qualche forma di discriminazione da parte dei vescovi africani, ribadendo che «le persone con tendenze omosessuali devono essere trattate con rispetto e dignità», ma che i ministri di Dio hanno il compito di «ricordare loro che le unioni di persone dello stesso sesso sono contrarie alla volontà di Dio e quindi non possono ricevere la benedizione della Chiesa». Ambongo nel suo intervento il 25 gennaio ha detto che la dichiarazione con la quale si è respinta la direttiva del Vaticano ha calmato i cristiani disorientati in Africa e ha mantenuto la comunione col Papa: «Sono felice di notare che dalla pubblicazione del mio messaggio l’11 gennaio, la calma è tornata in Africa e la comunione è tornata con papa Francesco».
In una recente intervista rilasciata a La Stampa, papa Francesco ha affermato che chi si è opposto con forza a Fiducia Supplicans appartiene a «piccoli gruppi ideologici» e ha definito l’Africa sia un «caso a parte». «Per loro, l’omosessualità è qualcosa di “cattivo” da un punto di vista culturale, non lo tollerano», ha detto il Papa. «Ma in generale, confido che gradualmente tutti si rasserenino sullo spirito della dichiarazione “Fiducia supplicans” del Dicastero per la Dottrina della Fede: vuole includere, non dividere. Invita ad accogliere e poi affidare le persone, e affidarsi, a Dio» ha concluso.
Durante l’incontro con le loro controparti europee, diversi vescovi africani hanno chiarito che il processo sinodale non dovrebbe consentire alla Chiesa universale di modificare la dottrina per «creare spazio per tutti». Padre Rafael Simbine, segretario generale della Secam, ha dichiarato: «Il nostro Signore e Maestro Gesù Cristo estende il suo invito al discepolato a tutti. Tuttavia, tutti coloro che rispondono per diventare suoi discepoli devono seguirlo non alle loro condizioni ma secondo i termini e gli standard del Signore. La chiamata di Gesù al discepolato comporta la sfida alla conversione in corso di allontanarsi da una vita peccaminosa per abbracciare una vita di santità».
I membri del Secam hanno poi insistito sulle priorità che dovrebbe avere sinodale: «Il futuro della Chiesa è nelle mani dei giovani e, per un’efficace partecipazione dei giovani alla Chiesa, i loro programmi e le loro attività devono essere prioritari», hanno detto i membri del SECAM, «le donne tengono insieme la Chiesa; sono la maggioranza. Sono la spina dorsale della Chiesa. Le donne sono un dono per la Chiesa».
(Fonte foto: Imagoeconomica)
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