giovedì 21 novembre 2024
  • 0
Salgono a 365 milioni i cristiani perseguitati nel mondo
NEWS 18 Gennaio 2024    di Giuliano Guzzo

Salgono a 365 milioni i cristiani perseguitati nel mondo

Cristiani sempre più perseguitati nel mondo, con i Paesi nemici della libertà religiosa sempre più capillari e spietati nella loro repressione. È lo sconvolgente scenario tratteggiato dalla World Watch List 2024 della Ong Porte Aperte/Open Doors, presentato ieri alla sala stampa della Camera dei deputati su invito dell’Intergruppo per la tutela della libertà religiosa dei cristiani nel mondo. Il report è stato illustrato alla presenza dell’esule nord coreano Timothy Cho, dei giornalisti Fausto Biloslavo e Matteo Giusti, dell’onorevole Emanuele Loperfido – in rappresentanza del citato Intergruppo parlamentare – e naturalmente di Cristian Nani, che di Porte Aperte/Open Doors è il direttore, ed ha anzitutto nei numeri la sua forza.

Numeri che dicono come nel 2023 i cristiani che sperimento almeno un livello alto di persecuzione sono saliti da 360 che erano a 336 milioni; quelli uccisi per cause legate alla loro fede sono stati 5.000 (4.998, il numero esatto). I Paesi in cui la persecuzione anticristiana è risultata aumentata in termini assoluto sono stati 100, mentre da 76 a 78 sono saliti i Paesi con un livello «alto» di persecuzione e da 11 a 13 sono cresciuti quelli che ne hanno uno «estremo». Impressionante il numero degli attacchi contro le chiese, cresciuto spaventosamente: da 2.110 a 14.766. La geografia della cristianofobia globale, da una parte, vede la Corea del Nord confermata come primo Paese persecutore mentre, dall’altra, la fonte principale di intolleranza anticristiana risulta l’islamismo.

A tal proposito, sono eloquenti i dati – dopo la Corea del Nord – della composizione religiosa dei Paesi dove la persecuzione anticristiana è più alta: Somalia (oltre il 99% della popolazione è di fede islamica), Libia (oltre il 96% di fede islamica), Eritrea (oltre il 45% di fede islamica), Yemen (il 95% di fede islamica), Nigeria (il 53% è di fede islamica) e potremmo continuare, non fosse già chiaro come fondamentalismo islamico abbia un ruolo decisivo nella persecuzione globale dei cristiani; ma non c’è solo questo, naturalmente. E ne è un esempio la situazione della Cina dove, scrive Open Doors, «la maggior parte delle comunità cristiane è monitorata e può essere chiusa senza preavviso. Anche la persecuzione digitale ha un forte impatto sulla Chiesa in Cina. Le restrizioni approvate nel 2018 come parte di una più ampia legge sulla religione hanno reso più difficile per i cristiani usare Internet o i social media per seguire la propria fede».

«A causa di questo crescente autoritarismo governativo», continua il rapporto a proposito del gigante asiatico, «ogni cittadino cinese può stare certo che nessuna delle proprie attività digitali rimarrà fuori dal controllo dello Stato. I gruppi di chat cristiane vengono regolarmente chiusi e il sofisticato sistema di sorveglianza del governo è stato implementato per colpire i gruppi minoritari in alcune regioni. Ciò che si teme è che questa tecnologia venga usata sempre più spesso per colpire i cristiani, soprattutto quelli appartenenti alle chiese domestiche». Un timore che appare purtroppo assai fondato, ma andiamo avanti. Un altro dato che balza all’occhio è quello della già citata Nigeria, che si conferma un Paese emblematico e paradossale per la fede cristiana.

Il Paese africano, infatti, è quello con (di gran lunga) il maggior numero di cristiani uccisi nel 2023 – 4.118 su 4.998 -, quello con il maggior numero di cristiani rapiti – 3.300 su 3.906 – e che ha visto attacchi a qualcosa come 750 chiese lo scorso anno: in pratica, più di due al giorno. Eppure, la Nigeria è anche il Paese, come ha avuto modo di rilevare il Timone, dove i cristiani vanno più a Messa in tutto il pienata. Il 94% dei cattolici nigeriani adulti, infatti, dichiara di partecipare alla Messa settimanale o giornaliera. Ora, che nel Paese dove i cristiani vengono più massacrati sia pure quello in cui più non solo non rinunciano alla fede, ma più la praticano, quanto meno nella frequenza ai luoghi di culto, è un dato che non può non far riflettere. Ed è anche un monito al cristianesimo residuale e spesso impigrito dell’Occidente (Fonte foto: Screenshot, Open Doors US, YouTube)

ABBONATI ALLA RIVISTA!


Potrebbe interessarti anche