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Il saluto di san Francesco è “pace e bene”, ma cos’è questa pace?
NEWS 15 Gennaio 2024    di Divo Barsotti

Il saluto di san Francesco è “pace e bene”, ma cos’è questa pace?

«Anche i luoghi sacri alla contemplazione di Francesco, la Verna e Greccio, spaziano su tutta la creazione, sono luoghi dai quali Francesco non guarda soltanto Dio, ma rimane legato anche a tutta l’umanità che sulle pendici del monte o nella vallata lavora. Francesco non si separa mai dagli uomini. Quale rapporto vive con loro? C’è una frase sola, […] nel Testamento, ma è così bella che vale la pena di leggerla. Dice il rapporto di Francesco con tutti gli uomini. Egli vive la sua risposta a Dio e nel rispondere a Dio diviene sacramento di amore per tutta quanta l’umanità, egli diviene colui che è mandato. L’intimità con Dio, l’unione con lui non lo distrae dagli uomini, ma anzi lo fa vivere sempre più intensamente in rapporto con tutti.  “Salutationem mihi Dominus revelavit ut diceremus: Dominus det tibi pacem. […] Dio suggerisce a san Francesco il rapporto che egli deve stabilire con gli altri uomini ed è un rapporto di umile fraternità, un rapporto di amore: il dono della pace, Pax et bonum, il dono di una concordia. La predicazione di Francesco è soprattutto in questa pace che egli porta. Camminando per le strade egli porta l’amore, egli fa presente in mezzo agli uomini il Cristo, la sua pace. Non ha bisogno di tante parole; saluta. Il saluto implica una comunione di amore, è immediatamente una relazione personale che egli stabile con gli altri […].

Che cos’è questa pace? Prima di tutto bisogna ricordare che cos’era la società alla quale era stato mandato Francesco, una società divisa, una società in guerra […]. In fondo la guerra è la condizione normale dell’uomo dopo il peccato […]. Non ci sarà la guerra guerreggiata con le armi, ma ci sarà una guerra economica; non ci sarà una guerra economica e ci sarà una guerra culturale; non ci sarà una guerra culturale e ci sarà una guerra religiosa; non ci sarà una guerra religiosa e ci sarà una guerra razziale […]. Ci sono ancora i peccati in questo mondo? E se ci sono i peccati, c’è la guerra […]; la pace è possibile possederla soltanto personalmente, nella misura in cui i singoli si convertono a Dio. Ed ecco perché san Francesco riceve la rivelazione di Dio. Il saluto che egli porta, ed è il saluto cristiano per eccellenza, prima di tutto non può raggiungere che i singoli, le persone. Francesco ha la rivelazione da Dio di donare la pace, di salutare e di donare agli uomini la pace. È nella sua presenza di fatto che gli uomini si convertono; è nella sua presenza che finalmente gli uomini sono richiamati a Dio e il richiamo a Dio, che è la visione di Francesco che passa, porta anche alle singole anime la pace».  (Divo Barsotti, San Francesco preghiera vivente, San Paolo, 2008, pp. 316-318)


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