Teresa Giménez Barbat studiosa di antropologia, eurodeputata dal 2015 al 2019, è autrice di Against Feminism, un libro in cui mostra come il femminismo abbia tradito le sue intenzioni dichiarate, ovvero la difesa della parità dei diritti tra uomini e donne, per sposare la causa infausta della criminalizzazione del maschio tout court.
In un’intervista pubblicata su Infocatolica mostra come femminismo e ideologia gender abbiano degli importanti punti in comune, tra cui «la distruzione di ogni significato razionale del concetto di genere» e appunto, la condanna del maschio in quanto tale, in nome della rimozione degli stereotipi di genere che vedrebbero la donna in una posizione sempre subalterna e della lotta al patriarcato. «Se il femminismo dovesse sostenere la parità di diritti e la libertà tra uomini e donne» -sottolinea la studiosa- «solo poche persone non sarebbero d’accordo. Ma sentiamo cosa dicono le femministe ufficiali, quelle dei Ministeri e degli Istituti. È diventato qualcos’altro. E non solo non mi interessa, ma è anche dannoso».
Passa poi ad analizzare alcuni “mostri dogmatici”, come vengono definiti, trasmessi dal mainstream «Il patriarcato, cioè il controllo fino a tempi recenti del potere extradomestico da parte degli uomini, viene interpretato come una sorta di alleanza ancestrale dei maschi per tenerci in secondo piano. La realtà è che si è verificato praticamente in tutti i luoghi del pianeta e in ogni momento, il che suggerisce ragioni legate all’adattamento evolutivo. Sciocca è anche l’idea secondo cui gli uomini attaccano le donne per il semplice fatto di essere donne. Una sciocchezza biologica. Un uomo etero sano preferisce le donne agli uomini. C’è una ragione per cui siamo arrivati a 8 miliardi di abitanti». Peraltro, Barbat sottolinea come certe affermazioni non abbiano alcune base scientifica.
Ovvero gli uomini detesterebbero le donne, si chiede, in base a quale sondaggio mondiale? Così, dice come il fatto che il sesso sia fluido «La scienza l’ha avvallato o l’ha inventato un furbo del dipartimento di studi sociali? Sono loro che devono fornire la prova di tale affermazione. Ma per confutarla cominciamo col chiederci: come fai a saperlo?». Traccia poi un paragone col marxismo, riprendendo il pensiero di alcuni studiosi, secondo cui il marxismo tradizionale, in particolare, la lotta di classe si sarebbe trasformato nella lotta uomo-donna. Passa poi allo smantellamento del negazionismo biologico, altro elemento che secondo Barbat accomunerebbe gender e femminismo. E come lo fa? Lasciando semplicemente la parola alla scienza
«La scienza non ha problemi. Un sesso produce un gamete grande chiamato uovo e l’altro uno piccolo chiamato spermatozoo. Nessuno è mai stato visto produrre spermatovuli o ovulozoidi, una via di mezzo. Il genere o le preferenze sessuali sono un’altra cosa su cui mediano anche le vicissitudini ormonali delle persone. Inoltre, ricordate che non è la scienza che dovrebbe uscire allo scoperto per negare. Sono coloro che dicono cose assurde che devono fornire prove». Per cui sottolinea che il suo libro, rispetto ad altri che affrontano lo stesso argomento «si basa sulla scienza, sulla biologia e sull’antropologia evoluzionistica. Questo gli dà molta forza». (Fonte foto: screenshot)
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