In questa seconda domenica di Avvento, la Sacra Liturgia ci presenta la figura di San Giovanni Battista, il Precursore.
Egli conduceva nel deserto una vita dura e austera: un modello dunque di vera penitenza! Ecco già un punto molto importante su cui riflettere. Oggi la parola e il concetto di “penitenza” sono spesso messi da parte. Quante volte ci è capitato di sentire la frase: “Ma Dio non vuole queste cose…”, però se leggiamo le vite dei Santi ci rendiamo subito conto che sono accomunate da questa virtù.
Cercare allora di impreziosire la nostra vita con qualche piccola mortificazione, oltre che a rivolgere lo sguardo e il pensiero a Dio a cui la offriamo, serve ad aiutarci a reprimere in noi tutto ciò che impedisce una più perfetta unione con Cristo.
Potremmo dire che, se l’anima nostra fosse un campo, prima di essere pronto per la semina dovrebbe essere dissodato, arato, lavorato, affinché il buon seme della fede possa in esso crescere senza trovare impedimento nelle pietre dei nostri vizi e nelle zolle dure dei nostri difetti che, se non corretti, ostacolano il nostro amore al Signore, rendendo il nostro cuore più tiepido e distaccato da Dio.
San Giovanni Battista predicava – per preparare la via al Messia – un battesimo di penitenza e di conversione, raffigurazione quindi del Battesimo cristiano istituito da Gesù, che ci ha liberati dalla schiavitù del peccato e della morte. Pagato è il debito che l’uomo, con la disobbedienza del peccato, aveva con Dio. Consolato il popolo che si raduna intorno al suo Redentore!
Siamo poi, da San Paolo, ancora una volta esortati a vigilare perché: “Il giorno del Signore verrà come un ladro” e noi dovremo essere pronti, vivendo nella giustizia e nella santità. È seguendo la Legge di Dio e mettendoLo al primo posto nella nostra vita, che solo allora diverrà l’esempio più bello e la più perfetta testimonianza nei confronti di coloro che rifiutano o non conoscono Cristo.
Un’ultima considerazione riguarda il Sacramento della Confessione o, appunto, della “Penitenza” a cui dobbiamo ricorrere spesso. Esso è capace di disporci degnamente, sia alla nascita di Gesù Bambino, che alla sua venuta in noi nel santo Sacramento Eucaristico e, ancora, all’incontro che avremo con Lui alla fine della nostra esistenza terrena.
Con la santa Confessione, rinasciamo alla vita della Grazia se l’avessimo perduta e la aumentiamo in noi quando già la possediamo. Che grande dono è questo! Chiediamo allora alla Beatissima Vergine Maria, che da poco abbiamo festeggiato nella sua Immacolata Concezione, e a San Giovanni Battista, di commuovere il nostro cuore per l’Amore infinito di Dio verso di noi, chiedendo sinceramente perdono per tutte le volte che lo abbiamo offeso.
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