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Spagna, crollano i matrimoni, soprattutto in Chiesa
NEWS 29 Novembre 2023    di Raffaella Frullone

Spagna, crollano i matrimoni, soprattutto in Chiesa

Per la prima volta nella storia del Paese iberico, nel 2022 sono nati più bambini da madre nubile che da madre sposata. Una china che però viene da lontano.

Ci si sposa sempre meno, anzi non ci si sposa più. Nemmeno la cosa fa più notizia, quasi non la si nota. Ma l’occhio rimane comunque sorpreso nell’apprendere che è così anche per i cugini spagnoli, tradizionalmente considerati ancora cattolici quanto basta da non rinunciare a quel “sì” che significa per sempre, che significa indissolubilità, che significa “nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, fino a che morte non ci separi”.

Ma i dati lasciano poco spazio a interpretazioni. Per la prima volta nella storia della Spagna, nel 2022 sono nati più bambini da madre nubile (165.062) che da madre sposata (164.189). A questo si aggiunge che il tasso di natalità continua ad essere in caduta libera: n el 2022 in Spagna sono nati 329.251 bambini, dieci anni prima erano  454.648. Siamo quindi di fronte ad un calo del 27,6% in un solo decennio. Numeri che arrivano dall’Istituto nazionale di statistica di Madrid secondo cui l’indicatore di fertilità a breve termine, che misura il numero medio di figli per donna, è sconfortante.  Nel 2012 i figli per donna erano 1,32, mentre ora siamo a 1,16. Inoltre, se analizzata per nazionalità, la situazione preoccupa ancor di più: le donne spagnole hanno in media 1,12 figli, mentre le madri straniere ne hanno 1,35. Dei 329.251 bambini nati in Spagna lo scorso anno, 253.382 (77%) erano figli di madre spagnola (nativa o naturalizzata) e 75.869 (23%) di madre straniera.

Di conseguenza, il saldo naturale, la differenza tra nascite e morti, è negativo in più di centotrentamila persone. Ci sono alcune province spagnole, come Zamora, dove muoiono quattro volte più persone di quante nascano bambini. Uno degli elementi determinanti in questo calo è stato l’anno 2020, il fatidico anno della pandemia, che ha visto un calo del 42% dei matrimoni in tutto il paese, con sole 12.795 unioni, ha registrato il calo più grande in assoluto degli ultimi decenni, calo che a traino si è trascinata la drastica diminuzione delle nascite e influenzato le scelte della popolazione per gli anni successivi.

Il calo maggiore si registra ahinoi nei matrimoni celebrati in Chiesa, passati da 6.677 a 3.299, il numero più basso in almeno 35 anni secondo i dati forniti dall’Anagrafe Civile. I matrimoni civili sono invece passati da 14.319 a 9.048, anche se continuano a superare in numero le unioni ecclesiali, come avviene ogni anno dal 1996.

Scrive a proposito lo psicologo Roberto Marchesini nel suo libro E vissero felici e contenti: «Se ci si sposa per vivere in eterno il benessere psicologico dell’innamoramento, con le farfalline nello stomaco, il sorriso ebete stampato sul volto, l’ebrezza alcolica senza aver bevuto una sola goccia di alcool; se ci si sposa per la gratificazione emotiva; se ci si sposa per la soddisfazione dei propri bisogni affettivi e sessuali; se ci si sposa per il sogno dell’abito bianco e della marcia nuziale; se ci si sposa per provare le grandi emozioni dei film hollywoodiani; se ci si sposa per questi motivi, dunque, è bene prepararsi ad una repentina separazione, un imminente divorzio. Non è inevitabile, ma è molto probabile. Il sentimento, da solo, non basta. Ci si sposa per dare, per darsi. Se ci si sposa solo per ricevere, inevitabilmente il matrimonio diventerà una “partita doppia”: dare- avere. Altrettanto inevitabilmente verrà il giorno in cui ci si accorgerà di non ricevere quanto si dà, o di non ricevere quanto ci saremmo aspettati nel giorno del nostro matrimonio. In quel momento, il matrimonio basato sulla gratificazione dei propri(legittimi, va pur detto) bisogni effettivi, sarà finito». (Fonte foto: Pexels.com)

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