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La salma di don Negri sarà traslata a San Leo
NEWS 27 Novembre 2023    di Redazione

La salma di don Negri sarà traslata a San Leo

Era nato il 26 novembre a Milano nel 1941 ed è morto due anni fa, sempre a Milano, dopo una vita spesa da par suo nelle fila dei defensor fidei. Sabato si è tenuto un partecipatissimo convegno nella Repubblica di San Marino per ricordare monsignor Luigi Negri, già vescovo di San Marino-Montefeltro (2005-2012), poi di Ferrara-Comacchio (2012-2017). Prima figlio spirituale di don Luigi Giussani, poi professore alla Cattolica di Milano dove ha cominciato a coniugare fede e ragione come sua cifra di testimonianza cristiana indefessa.

Il convegno intitolato “Fede, ragione, missione” è stato promosso dal Centro Internazionale Giovanni Paolo II per il Magistero Sociale della Chiesa (fondato proprio dal Vescovo Negri nel 2005 a San Marino), unitamente a CulturaCattolica.it e all’Associazione Culturale “La Contea degli Insorgenti”. La notizia di sabato sera l’ha data monsignor Elio Ciccioni, della Diocesi di San Marino-Montefeltro, nel suo intervento di saluto, perché ha annunciato che presto la salma di don Negri sarà traslata: «Nel primo testamento – rivelato – monsignor Negri disponeva di essere sepolto nel Duomo di San Leo», ha detto monsignor Cicconi. «Ora la sua salma sarà traslata da Vignate, la località del milanese dove si trova la sepoltura provvisoria, nella cripta del Duomo di San Leo. Evento che si verificherà, speriamo, a breve».

San Leo è luogo caro a monsignor Negri, non solo per essere stato vescovo di questa terra, ma anche perchè negli anni giovanili veniva per le processioni del Venerdì Santo con don Giussani e Gioventù studentesca.

Al Teatro Nuovo di Dogana (RSM), si sono svolte due sessioni. Nella prima, al mattino, dedicata al tema «Fede e ragione: un incontro per il bene dell’uomo», sono intervenuti il Cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller, già prefetto della Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede; il filosofo e uomo politico Rocco Buttiglione della Pontificia Accademia di Scienze Sociali, che ha conosciuto da vicino Negri e ha collaborato con lui; la chiusura della mattinata ha visto l’intervento di Alfredo Mantovano, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri; moderatore il giornalista Rodolfo Casadei.

Nel pomeriggio al centro il tema della missione come «autorealizzazione della Chiesa». Sono intervenuti l’Arcivescovo emerito di Trieste mons. Giampaolo Crepaldi, una importante figura femminile di vita contemplativa benedettina, Madre Monica Della Volpe, Badessa emerita del Monastero trappista di Valserena e il professore di Filosofia politica presso l’Università di Urbino Marco Cangiotti.

Tanti i messaggi inviati per il ricordo di don Negri in questa speciale occasione. «Don Negri è stato fervente testimone dell’insegnamento del suo amato maestro don Giussani», sono le parole consegnate da Davide Prosperi, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione. «Nel messaggio che diffusi per la sua morte scrissi che egli “si è instancabilmente dedicato alla costruzione del movimento di CL con intelligenza e affezione”. Con intelligenza, che l’ha reso capace di leggere e giudicare acutamente la modernità alla luce di una fede concreta e radicale, maturando un giudizio, una cultura nuova che ha saputo proporre con inesauribile energia all’uomo contemporaneo. E con affezione: un’affezione totale anzitutto alle persone che Dio gli dava da seguire e da accompagnare, ma direi con un’affezione totale all’umano. In questo senso per lui la missione coincideva con la vita».

«Era un combattivo, amante del confronto e della verità, sempre in prima linea e mai timoroso. Don Luigi ha vissuto ogni esperienza in modo appassionato. L’incontro con don Giussani è stato l’incontro con una paternità che lo ha accompagnato sempre, fino a diventare lui stesso padre di tanti giovani, che ha seguito con fedeltà». (Card. Matteo Zuppi, presidente della CEI).

È stato «un uomo capace di segnare la strada, capace di verità e di amicizia come pochi», ha ricordato Madre Monica Della Volpe, Badessa emerita del Monastero Trappista di Valserena. Della sua amicizia ha goduto anche Il Timone, fin dai primi anni di fondazione della rivista, pronto sempre a dare ragione della speranza che era in lui. Con quell’ardore che era il suo inconfondibile marchio di fabbrica.


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