Oggi, 18 ottobre, come ogni anno dal 2005 Aiuto alla Chiesa che Soffre promuove l’evento di preghiera “Un milione di bambini pregano il Rosario”. L’iniziativa ha preso avvio e ispirazione da un episodio avvenuto a Caracas in Venezuela, quasi vent’anni fa, quando alcune donne hanno visto un gruppo di bambini pregare davanti a un’edicola votiva e una di loro si è ricordata della promessa di Padre Pio: «Se un milione di bambini pregheranno insieme il Rosario, il mondo cambierà».
Un fatto che poteva restare nei ricordi di pochi e invece è diventato un appuntamento atteso in tutto il mondo, proprio quel mondo che la potenza della preghiera, e in particolare quella del rosario, promette di cambiare e che ancora di più oggi sembra mostrare il suo volto feroce, con una crudele predilezione nei confronti dei bambini.
Quanti di loro sono già morti in guerre defilate o da prima pagina? Quanti proprio ieri sera nell’attacco missilistico che ha colpito l’ospedale di Gaza, guadagnando alla conta delle vittime altre centinaia di persone? Nella serata di martedì 17 ottobre, un missile ha colpito l’Al-Ahli al-Arabi Hospital di Gaza City, causando un’esplosione che ha devastato la struttura. I morti nel bombardamento dell’ospedale sono centinaia. Secondo il ministero della Salute del governo della Striscia di Gaza, guidato da Hamas, le vittime potrebbero essere tra 200 e 300; un primo bilancio parlava di «500 morti». Non ci sono, al momento, dati definitivi.
RIMPALLO DI ACCUSE
Hamas accusa l’esercito israeliano di avere bombardato la struttura e gli Stati Uniti di esserne i responsabili ultimi a causa della copertura che offrono all’aggressione israeliana. Israele respinge categoricamente le accuse e documenta, anche con un video trasmesso dall’emittente Al Jazeera, un fallito lancio di razzi che giustificherebbe i danni alla struttura dell’ospedale e l’assenza di crateri (come invece avviene dopo bombardamenti aerei) e imputerebbe quindi ad Hamas il conto terribile dei morti e dei feriti.
Il responsabile della Palestine Red Society della Striscia di Gaza, a pochi minuti dall’esplosione, avvenuta a due chilometri dal suo ufficio, ne è convinto: «eravamo davanti al massacro più grande della storia di Gaza». Ai soccorritori giunti sul posto uno spettacolo inaudito, mai visto. E non si può che procedere per negazioni, nel raccontare una simile strage; nel cortile dell’ospedale centinaia di corpi sventrati, tra i quali decine di bambini, piccoli corpi ridotti a squarci vicino a qualche giocattolo.
«Al-Ahil Hospital era diventato il rifugio di moltissimi gazai che in questi giorni hanno perso la casa sotto le bombe». L’ospedale è considerato un posto sicuro perché non dovrebbe diventare obiettivo bellico, e il condizionale è tristemente d’obbligo; per questo era stato scelto come rifugio da molti sfollati tra la popolazione civile.
LA PREGHIERA, ARMA DI PRECISIONE
La preghiera dei bambini cosa può mai mettere sul piatto di un gioco così spietato? Non appare proprio ora nella sua sproporzione quasi grottesca di fronte al mare violenza che non fa che salire, come ricordava già il Patriarca di Gerusalemme pochi giorni fa? Ma anche il cardinale Pizzaballa era convinto della assoluta opportunità di pregare e del fatto che la preghiera, in particolare quella del rosario, è e resta l’azione più potente da esercitare proprio ora.
E’ la preghiera la vera arma intelligente da mettere in campo in questa situazione e di fronte a tutte le guerre poiché è arma di precisione che mira al quartier generale, al luogo da cui partono le decisioni e gli ordini che scatenano e alimentano ogni conflitto. Punta al cuore dell’uomo, teatro di guerra tra inclinazione al male e desiderio di bene, punta al cuore di Dio, attraverso il cuore di Maria SS, unico sito umano non inquinato dal metallo pesante del peccato. L’iniziativa di oggi non può quindi che essere incoraggiata e sostenuta da credenti e uomini di buona volontà.
(Fonte Corriere.it, Agensir.it) (Foto Pexels.com)
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