Il teologo viennese Jan-Heiner Tück ha ultimamente alzato la sua voce contro gli attivisti di Ultima Generazione, il movimento portabandiera di quell’ambientalismo estremo che, peraltro, è stato già condannato, lo scorso agosto, dai giudici vaticani, dopo che gli attivisti green si erano incollati alla base in marmo della celeberrima statua del Laocoonte dei Musei Vaticani. Tück, in particolare, ha incentrato la sua critica sulle “alleanze strategiche” delle Chiese con questi nuovi attivisti.
La questione dei cambiamenti climatici, sottolinea in un’intervista su Rupertusblatt, non giustificherebbe certe forme di protesta «perché rischiano di danneggiare gli altri». «La Chiesa esagera quando stringe alleanze strategiche con Ultima Generazione e quindi condona azioni illegali come attacchi ad opere d’arte, blocchi stradali e aeroportuali, che non procurano solo danni economici ma mettono anche in pericolo vite umane», ha affermato il teologo. Ci sarebbe il rischio di cadere in una situazione di continuo caos, se azioni come queste diventassero all’ordine del giorno.
Allo stesso tempo Tück ha sottolineato che la crisi climatica non può essere banalizzata. Per i cristiani, questo si traduce nell’ assumersi delle responsabilità mantenendo uno stile di vita sostenibile. «Dovremmo cercare di sottrarci agli imperativi del consumismo e ripensare una cultura della rinuncia». Inoltre, sebbene la Chiesa stessa non abbia alcuna competenza particolare sulle questioni climatiche, secondo il teologo, può sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento «ed esaminare criticamente le pratiche dannose per l’ambiente – sia per quanto riguarda l’industria e l’economia, sia personalmente per quanto riguarda il comportamento dei singoli».
Inoltre, invece di caricare di una valenza addirittura teologica i termini nel discorso sul clima (“peccatori ambientali”, “inferno climatico” ecc.) sostiene il teologo, sarebbe più utile introdurre i concetti di responsabilità e giustizia. Come sottolinea, l’ambone non è un luogo di politicizzazione: «L’ambone è il luogo per tradurre il Vangelo in questo tempo e per ricordare la responsabilità davanti a Dio Creatore. Ciò ha conseguenze sullo stile di vita. Ma l’ambone non è una tribuna politica in cui elaborare soluzioni per un’economia ecologicamente compatibile».
Tück ha criticato anche gesti come il recente “funerale del ghiacciaio” in Carinzia, al quale ha preso parte anche la Chiesa cattolica. Il teologo ha spiegato l’assurdità di questa trovata che sa tanto di neopaganesimo: «I funerali sono per persone vere i cui nomi sono affidati alla memoria di Dio; i riti funebri hanno una dimensione pasquale e sono guidati dalla speranza che i defunti raggiungano la vita eterna con Dio che non può essere certo trasferita ai “ghiacciai morenti”». (Fonte foto: Youtube/ Imagoeconomica)
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