È la prima deputata con sindrome di down, Mar Galcerán, eletta in Spagna nella Comunità di Valencia, per il Partito Popolare. E chi se non lei, poteva essere la persona più adatta a ricoprire l’incarico di segretaria per “l’Area di servizio alle persone con capacità differenti”? Un fiore all’occhiello per il suo partito che l’ha definita «un simbolo e un esempio, per persone con disabilità, di come nella vita si possa ottenere ciò che si desidera».
Mar si era candidata alle elezioni amministrative di maggio, non è risultata tra gli eletti, ma è stata ripescata dopo le dimissioni di due persone che la precedevano in lista. Un incarico che è una spinta motivazionale forte per lei che assicura che chiunque può, con perseveranza, raggiungere ciò che vuole: «All’inizio è dura – confessa- ma bisogna superare sé stessi, porsi traguardi e obiettivi perché alla fine, costi quel che costi, con la perseveranza li raggiungerai sempre». Militante da anni del PPCV (Partido Popular Comunidad Valenciana) ha iniziato la sua carriera nelle Nuevas Generaciones (ramo giovanile del Partito Popolare).
Il presidente della Generalitat Valenciana (l’insieme delle istituzioni autogovernative della Comunità di Valencia) e leader del PPCV, Carlos Mazón, ha scelto proprio lei, l’anno scorso, integrandola nel Comitato Esecutivo del partito, come segretaria nell’Area dell’Assistenza alle persone con disabilità e poi nelle liste regionali. Mar, ha, inoltre, lavorato nel servizio pubblico per 26 anni, di cui 13 ad interim nel Ministero della Presidenza della Generalitat Valenciana. Ha lavorato anche nel Ministero della Previdenza Sociale, nel Ministero dell’Uguaglianza e delle Politiche Inclusive e nel Ministero della Salute e della Sanità pubblica.
Prima di Mar Galcerán, quasi a tracciare la strada, Éléonore Laloux, nel novembre 2021, eletta consigliere comunale, la prima con Trisomia21. Non ha dubbi la neo deputata valenciana: «Bisogna sradicare gli stereotipi», afferma, «vorrei che fossimo trattati come persone e non che in noi vedano solo la nostra condizione di salute». Storie che scaldano davvero il cuore e donano speranza perché oggi si parla tanto di “inclusività” ma senza che si capisca bene cosa significhi.
Queste sono le dimostrazioni concrete, più evidenti ed efficaci di qualunque discorso, che non solo la vita, in qualunque condizione, è sempre degna di essere vissuta, ma che la Trisomia 21, che viene spesso considerata quasi al pari di una malattia da debellare e che – nell’Occidente dei “nuovi diritti” – provoca molto spesso la scelta dell’aborto selettivo, in realtà può diventare una ricchezza, nelle famiglie in cui questa vita fragile e preziosa è stata accolta e in questo caso, per la società tutta. Vite che sembrano gridare che la malattia non ha mai l’ultima parola e, soprattutto, come ha chiosato la stessa Mar Galcerán, dopo la sua vittoria «Noi non siamo la nostra malattia» (Fonte foto: Facebook).
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