Oggi, venerdì 8 settembre, la festa della Natività della Vergine Maria è onorata dai vicentini con il titolo di Madre di Misericordia e Madonna di Monte Berico. La Madonna di Monte Berico è colei che salvò letteralmente la città dalla peste. Ecco il racconto accurato fatto – nel corso della visita al santuario vicentino – da una firma della nostra rivista, la travel blogger, Sara Alessandrini in Un’altra strada il suo libro che Vi invitiamo a leggere perché contiene interessanti racconti, appunto, sui santuari della nostra bellissima Italia
**********
Abbiamo lasciato l’automobile, presa a noleggio, e abbiamo raggiunto l’ingresso del santuario. La cupola e la facciata della chiesa brillavano, di un bianco accecante, sotto la luce del sole tiepido di novembre. In fondo alla strada si scorge un lungo portico, progettato da Francesco Muttoni, che collega la città al santuario. L’indomani leggerò, sulla guida acquistata in una libreria a Vicenza, che misura circa 700 metri e si articola in quindici sequenze di dieci arcate ciascuna, come i quindici misteri del rosario. Alle ore 14:00 in punto abbiamo incontrato padre Vasina. Ci siamo presentati e dopo i soliti convenevoli ci ha donato diversi libri sul santuario, tra cui La costruzione del santuario mariano di Monte Berico di Graziano Maria Casarotto o.s.m., dove sono raccolti gli atti del processo. Padre Vasina ha iniziato la spiegazione della basilica mostrandoci la facciata della chiesetta antica.
La costruzione della prima chiesa è collegata alle apparizioni della Vergine Maria a Vincenza Pasini, una contadina di Sovizzo. Dagli atti del processo, che ho avuto modo di leggere nei giorni successivi la visita, risulta che Vincenza aveva settant’anni ed era moglie di Francesco da Montemezzo, falegname di Vicenza. Insieme con il marito conduceva una vita povera, semplice e onesta in continua lode e al servizio di Gesù Cristo e della sua santissima Madre. Si dedicava a orazioni interrotte, digiuni, opere buone e altre azioni spirituali. Dal 1404 al 1428 la peste imperversava in città. La provincia vide diminuire drasticamente la popolazione. Gli abitanti di Vicenza morivano di contagio oppure abbandonavano la proprie case. La Madre di Dio ebbe misericordia del popolo vicentino e si mostrò a donna Vincenza, che di continuo invocava il suo nome.
La donna si trovava sul Monte Berico, perché era solita portare il cibo a suo marito che coltivava un campo nei dintorni. Quando la Vergine Maria apparve a Vincenza la donna perse ogni facoltà fisica e psichica. Colpita da stupore cadde a terra ma il piccolo recipiente che conteneva il cibo non si ruppe. La Vergine Maria afferrò con la mano la spalla destra della donna, la risollevò da terra e le rivelò di essere Maria Vergine, Madre del Signor nostro Gesù Cristo, che non ebbe alcuna esitazione di subire la morte sulla croce per la salvezza del genere umano. La incaricò di comunicare al popolo vicentino di costruire in quel luogo una chiesa in suo onore, se voleva recuperare la salute, altrimenti la peste non sarebbe mai cessata. Donna Vincenza come svegliata da un sonno profondo scoppiò in lacrime di gioia.
Prostata a terra la donna rispose alla Vergine Maria: «Il popolo non mi crederà. E dove, o Madre gloriosa, si troveranno i soldi, perché tali cose possano essere portate a termine?». Ma la Regina del cielo disse: «Insisti in ogni modo, perché il popolo porti a compimento i miei comandi, altrimenti non sarà mai più liberato dalla peste e vedrà mio figlio sempre irritato contro di lui, finché non avrà obbedito. A testimonianza di quanto dico, scavino in questo posto e dal vivo ed arido sasso scaturirà spontaneamente acqua; inoltre non mancherà mai il denaro all’opera iniziata».
Con una croce di legno, che teneva in mano, disegnò la forma e il sito della chiesa da costruirsi, proprio nel posto ove attualmente è collocata. Conficcò poi nella terra la stessa croce, nel luogo dove è stato costruito l’altare maggiore della chiesa. Aggiunse che, a quanti avessero devotamente visitato la chiesa nelle singole solennità mariane e nella prima domenica di ogni mese, sarebbero state profuse grazie, misericordia di Dio e particolari benedizioni. Dopo questi eventi e dopo aver reso grazie a Dio e alla sua Madre santissima con lunghe orazioni, donna Vincenza riprese il suo cammino con il piccolo recipiente di cibo, che venne ritrovato caldo, come se fosse stato appena rimosso dal fuoco.
La donna comunicò a tutti l’accaduto, purtroppo non fu creduta. La peste imperversava con più vigore del solito e, così, i vicentini furono presi da grande spavento, come se la morte fosse incombente. Intanto sulla spalla della donna, dove fecero pressione le dita di Maria che la sollevarono da terra, apparvero cinque stigmate in forma di rose, di color scuro o vermiglio, a testimonianza di quanto accaduto. Anche il campo, dove era avvenuta l’apparizione, produsse abbondanza di frutti, specialmente fagioli, al punto che tutti mostravano grande meraviglia. Ogni giorno, Vincenza, dal sorgere del sole fino al tramonto, inginocchiata tra candele accese, rimaneva in preghiera davanti alla ricordata croce.
La donna affermava di ascoltare in quel luogo, con chiarezza, voci soavissime, che cantavano e annunciavano la lode di Dio e le divine grandezze come se il corpo si trovasse in qualche particolare e devotissima chiesa. Il primo agosto 1428, la Vergine apparve di nuovo a Vincenza. Questa volta il popolo vicentino, spinto da necessità e dalla violenza della peste, iniziò a visitare il luogo dell’apparizione. Il 25 agosto dello stesso anno si stabilì di dare inizio alla costruzione della chiesa. Una volta che la chiesa venne completata il morbo cessò completamente. Dalla grotta, scavata vicino la chiesa secondo le indicazioni della Vergine Maria, scaturì una incredibile quantità d’acqua. Molti infermi vennero guariti, dopo aver bevuto dalla stessa. (Fonte foto: Bing)
Potrebbe interessarti anche