Diamo credito alla buona fede. L’iniziativa nasce da Luca Dini, direttore del settimanale femminile F del Cairo Editore, che decide di chiamare a raccolta volti più o meno noti dello spettacolo per esprimere solidarietà nei confronti della ragazza di Palermo vittima, lo scorso 7 luglio, di uno stupro di gruppo che i responsabili hanno poi pensato bene di filmare e condividere sui social. «Se ci penso mi viene lo schifo – ha scritto uno di loro in una chat in uno sprazzo di lucidità – perché eravamo cento cani sopra una gatta, una cosa così l’avevo vista solo nei porno, eravamo troppi e sinceramente mi sono schifato un poco, però che devo fare la carne è carne». Da uscita infelice nasce l’idea dell’hashtag #iononsonocarne e l’idea di rendere virale la campagna cui hanno aderito, con le foto d’ordinanza e la scritta rossa sulla mano, molti artisti tra cui Alessio Boni, Caterina Balivo, Elenoire Casalegno, Samantha de Grenet, Alessandro Preziosi e Maria Grazia Cucinotta. E siccome la scia dell’orrore da Palermo si è prolungata a Caivano, l’hashgtag e i relativi scatti, sono stati condivisi più che mai e riportati con enfasi da tutti i giornali con i toni grevi che la situazione impone.
Poi a rompere le uova nel paniere è arrivata lei, Arisa, in arte Rosalba Pippa. Che fosse una donna sui generis lo si era capito da tempo, che per uscire della singleness si mettesse in vetrina senza veli, ossia su Instagram, per “cercare marito”, forse anche no. Nel carosello pubblicato su ci sono tre scatti, in cui poco è lasciato all’immaginazione, e le sue nudità vengono sapientemente esaltate dall’obiettivo e forse anche da qualche filtro che rende il suo corpo giunonico senza difetti. «Valuto proposte di matrimonio da soggetti sanissimi, max 45 anni, economicamente autosufficienti a cui piaccia solo e da matti l’organo sessuale femminile, in particolare il mio». Niente ipertesi, dunque, o diabetici, ma forse non hanno i requisiti nemmeno i presbiti, casting chiuso per Orlando Bloom che di anni ne ha 46, così come Chris Martin, Brunori Sas e Lapo Elkan invece possono ancora provarci visto che ancora non hanno soffiato la fatidica candelina. Arisa cerca un uomo «che voglia svegliarsi con Rosalba Pippa al mattino e aiutarla a vivere una vita piena, felice e soddisfacente, in completa armonia con Arisa, suo alter ego artistico». E come nel più classico degli annunci si legge: «Si offre “verità, corpo, anima, cervello” – scrive citando Jovanotti – fedeltà se meritata – meglio non sbilanciarsi troppo su questo aspetto – e ottima cucina. Qualche sbalzo d’umore ma tutto risolvibile con un abbraccio e con la buona fede. Solo intenzioni serie. Nessuna Bugia. Non perditempo».
Suvvia Arisa, tu che ci hai abituato alla Sincerità, dilla tutta, la solitudine non ha quel fascino dell’emancipazione che un certo femminismo vorrebbe farci bere, e allora ci si ritrova a fare quella cosa così medievale e da boomer che è cercare marito e tu hai deciso di farlo mostrando le tue grazie. Ovviamente gli stessi giornali che avevano rilanciato con pathos la campagna #iononsonocarne, ora riportano la notizia “dell’offerta senza veli” di Arisa come se fosse una cosa come un’altra, divertente anche, perché no. Ma se un’artista affermata e sicuramente “economicamente autosufficiente”, per usare le sue parole, per trovare un uomo decide di farsi fotografare completamente nuda, hai voglia a fare le campagne social #iononsonocarne, hai voglia a dare colpa al patriarcato e al maschilismo tossico, perché il Re che è nudo. Come Arisa. Rendersene conto è il primo passo per invertire la rotta, molto più efficace di un hashtag (Foto fonte: Facebook)
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