«Una cosa così solo nei film porno l’avevo vista». Basterebbero le parole confidate ad un amico da Angelo Flores, 22 anni, uno dei sette protagonisti dello stupro di gruppo che ha messo sotto shock l’intero paese, a dire che tra pornografia e violenza una relazione c’è. Eccome.
ROCCELLA E I «CENTO CANI»
Malgrado l’inevitabile pugno allo stomaco, è bene che ogni analisi parta dalla realtà, quindi dalle precise parole dello stupratore. Queste: «Ieri sera se ci penso un po’ mi viene lo schifo perché eravamo cento cani sopra una gatta. Una cosa così solo nei film porno l’avevo vista. Eravamo troppi, sinceramente mi sono schifiato un po’, ma che dovevo fare? La carne è carne». A sottolineare il nesso autoevidente (ma tabù) tra violenza sulle donne e pornografia ci ha pensato il Ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità. Dal meeting di Rimini, in riferimento ai fatti di Palermo, Eugenia Roccella ha dichiarato: «Stiamo preparando una campagna nelle scuole, ma c’è un problema di una sfida educativa che dobbiamo vincere e che richiede forse anche altri strumenti, per esempio un intervento sul controllo nei confronti della fruizione del porno da parte dei minori». Parole che, pensando alla ventenne abbandonata per terra dal branco, in un paese normale sarebbero il minimo sindacale. Non in Italia. Dove subito partono le obiezioni: «La pornografia è già vietata ai minori!» (peccato che aggirare i filtri sia più semplice che rubare un bon-bon a un bimbo); «Gli stupratori erano tutti maggiorenni!» (non solo è falso, ma proprio gli anni di fruizione della pornografia potrebbero aver contribuito a far scattare la violenta emulazione).
I DELIRI DEL “FATTO QUOTIDIANO”
Nella gara a tenere distanti i due fenomeni, chi si è certamente superato è stato il Fatto Quotidiano. Pur di contrastare il Ministro Roccella, il giornale diretto da Marco Travaglio si è inventato un farneticante scenario pre-internet in cui «i padri incoraggiavano i bambini a palpeggiare le ragazze». L’incipit dell’articolo, ad altissimo tasso ideologico, andrebbe mandato a futura memoria: «Vorrei raccontarle che negli anni Settanta e Ottanta, quando non c’era internet e i piccoli non potevano di certo andare al cinema in cui proiettavano pellicole per minori di 18 anni, i padri incoraggiavano i bambini a palpeggiare le ragazze per strada, una fetta di sedere o una toccata al seno e i genitori si beavano della virilità del bambino. Frugoletti di otto anni ci correvano dietro per fare a gara a chi toccava di più…».
PER LA SCIENZA IL NESSO ESISTE
Jordan Peterson, psicologo clinico noto al grande pubblico per il suo approccio pragmatico, ha spiegato in molti suoi scritti quanto pervasivi siano gli influssi del porno anche nel promuovere la violenza sulle donne. Alla stessa conclusione è arrivato lo psicoterapeuta spagnolo Carlos Chiclana Actis, il quale afferma in tutta semplicità che «è urgente comprendere che lottare contro la pornografia, tentare cioè di sradicarla, è nient’altro che una modalità per contrastare gli abusi e la violenza contro le donne». Va detto che la Oxford University, già nel 2015, analizzando 22 studi provenienti da 7 diversi paesi, aveva dimostrando la correlazione tra atteggiamenti e comportamenti aggressivi all’interno della sfera sessuale e il consumo di pornografia. Prima ancora, nel 2010, i ricercatori della York University, dopo aver analizzato 304 scene di porno, avevano concluso che oltre alle aggressioni verbali, l’88,2% delle scene conteneva aggressioni fisiche (induzione di conati di vomito, schiaffi). «L’uso della pornografia», queste le conclusioni della ricerca, «era associato ad atteggiamenti sessuali più permissivi e a credenze sessuali stereotipate più forti. La pornografia sembra anche essere correlata ad una maggiore aggressività sessuale, sia in termini di perpetrazione che di vittimizzazione». Se poi ci si vuole concentrare sulle ricerche italiane, il risultato non cambia. La psicopedagogista Stefania Piantoni scrive laconicamente: «La pornografia incide sul comportamento sessuale dei giovani. L’abuso di materiale pornografico in adolescenza sembra aumentare […] la tendenza a pensare e trattare il corpo dell’altro come oggetto». Difficile essere più chiari.
Al di là degli studi scientifici (l’argomento definitivo), perfino le femministe più avvedute puntano il dito contro il mondo hard. «La pornografia», scriveva ieri sul Foglio Marina Terragni, «impone una sessualità fatta di dolore fisico, umiliazioni e sottomissione “consensuale”». La giornalista aggiunge: «C’è gente che si vuoterebbe le tasche per poter dare un’occhiata al video di Palermo […] Hai voglia a proporre educazione affettiva e sessuale a scuola […]: il grooming della porno-industria è troppo pervasivo, l’autodifesa domestica non basta».
LE INTUIZIONI DEL PROF. RONCO E IL “BERGAMO SEX 2023”
Anche Mauro Ronco, professore emerito di Diritto Penale all’Università di Padova e fondatore del Centro Studi Rosario Livatino, sul tema ha scritto cose scomode ai più. Per il professore «l’aspetto specificamente devastante dell’identità femminile è […] la pornografia». Perché se «è vero che nella rappresentazione pornografica […] tutti compiono a pagamento prestazioni sessuali per soddisfare i consumatori», è vero anche che «è la donna a subire l’affronto più atroce». «Su di lei», continua il prof. Ronco, «si riversa la sessualità maschile che, deprivata di ogni profilo anche soltanto emotivo e strappata dalla sfera del riserbo personale, non può non manifestarsi se non come espressione violenta diretta al possesso del corpo». Da vice presidente del CNB e da fine penalista qual è, ecco poi un suo affondo “professionale”: «Molte volte mi sono domandato per quali ragioni non siano state svolte inchieste sui centri di produzione della pornografia per i delitti di reclutamento, per l’esercizio della prostituzione, del suo favoreggiamento e sfruttamento, nonché per il delitto di associazione per delinquere». Intravedendo esiti importanti all’apertura di nuove piste investigative, Mauro Ronco concludeva così: «Serie indagini nella direzione dei centri di produzione e di diffusione della pornografia condurrebbero certamente alla scoperta di delitti gravissimi a riguardo del traffico degli esseri umani, giovani donne e minori, reclutati in varie parti del pianeta e portati come schiavi sui pingui mercati dell’Occidente corrotto. Ma di più: si scoprirebbero riserve di denaro enormi che inquinano l’economia reale».
Intanto, da oggi fino al 28 agosto, sarà in pieno svolgimento il “Bergamo Sex”, appuntamento annuale di pornostar e spettacoli hard. Il presentatore della serata? Corrado Fumagalli, conduttore televisivo di “Sexy bar”, condannato in appello per prostituzione minorile. Tout se tient. (Fonte foto: Pexels.com)
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