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Prigozhin, cronaca di una morte annunciata
NEWS 24 Agosto 2023    di Federica Di Vito

Prigozhin, cronaca di una morte annunciata

Il corpo di Evgenij Prigozhin, fondatore e leader del gruppo di mercenari russi Wagner dal 2014, sarebbe stato identificato fra i resti dell’aereo su cui viaggiava, precipitato il 23 agosto nei pressi del villaggio di Kuzhenkino, nella regione di Tver, a nord di Mosca. A riferirlo è la televisione russa Tsargrad. Il jet privato era partito da Mosca ed era diretto a San Pietroburgo e sarebbe stato abbattuto dalla contraerea russa. La morte di Evgenij Prigozhin ha aperto lo scenario che la caduta dell’aereo non sia legata a un incidente, bensì a un piano ideato per eliminare l’ex cuoco e ristoratore in patria, soprannominato “lo chef di Putin”, in quanto titolare di una società di catering che serviva il Cremlino.

Per fare chiarezza in questo rebus politico è necessario riavvolgere il nastro al 24 giugno 2023, giorno in cui, dopo accuse sempre più violente contro le istituzioni militari – in particolare gli attacchi al ministro della Difesa Sergej Shoigu, che pur inizialmente sembravano un gioco delle parti con Putin -, il capo della Wagner ha lanciato la sfida direttamente al leader del Cremlino penetrando con le sue milizie in territorio russo. La sua cosiddetta «marcia per la libertà» non aveva incontrato alcuna resistenza, apparentemente. La rivolta era stata prontamente contenuta con la mediazione del presidente bielorusso Aleksander Lukashenko e la promessa dei mercenari di ritirarsi dall’Ucraina e trasferire le proprie basi in Bielorussia «per evitare un bagno di sangue russo», aveva affermato Prigozhin.

Ma Putin non dimentica. In un discorso alla nazione, il capo del Cremlino aveva definito l’azione di Prigozhin una «pugnalata alle spalle» alle truppe che combattono in Ucraina. Non solo, Putin era poi apparso in televisione accusando il suo “ex alleato” di «tradimento per ambizioni personali». Nel suo intervento era sembrato alludere al possibile ruolo di altri personaggi: «Tutti coloro che hanno scelto la via del tradimento saranno puniti e saranno ritenuti responsabili». Prigozhin era stata a lungo una figura chiave per Putin: oligarca, affarista, comandante militare, strumento di politica estera.

A capo di un esercito privato di mercenari impiegati in alcuni punti chiave dell’offensiva, all’inizio della guerra aveva dato prova di fedeltà al capo del Cremlino. Il suo errore fatale è stato alzare un po’ troppo la cresta contro l’autorità del leader con quel tentativo di golpe. A partire dalla richiesta sempre crescente di armi, alle accuse ai comandi russi di «scarsa lungimiranza strategica», era arrivato a inizio giugno a mettere in dubbio la validità della “operazione militare speciale” elogiando la combattività degli ucraini e negando il genocidio in Donbass. Presto detto, dal 24 giugno per gli esperti Prigozhin era diventato «un morto che cammina».

L’unica possibilità rimasta sarebbe stata la totale resa richiesta ufficialmente il 28 giugno nell’ultimo incontro tra i due al Cremlino, durante il quale era stato proposto a Prigozhin lo scioglimento della Wagner nell’esercito regolare. Offerta prontamente rifiutata, avrebbe significato di fatto l’uscita di scena dell’ex chef. Il 14 luglio Putin ha dichiarato che «la Wagner non esiste», facendo leva sul controverso diritto russo che vieterebbe le compagnie mercenarie. Va inoltre ricordato che la Wagner era attiva anche in Paesi africani, sempre per cause che favorivano il Cremlino. Nel frattempo gli smottamenti geopolitici in Africa e l’ascesa della giunta golpista in Niger avevano reso strategiche le mosse della Wagner. Il rischio di perdere il controllo in Africa potrebbe aver indotto Putin a ricondurre i mercenari sotto il controllo dello Stato.

Il fatto poi che l’aereo sia caduto poco dopo l’ultimo videomessaggio del capo della Wagner diretto all’Africa fornirebbe elementi per pensare a una “resa dei conti” da parte di Putin. Che abbia voluto mandare un messaggio a eventuali nemici politici? Oppure direttamente all’élite russa in vista delle elezioni del 2024? «Abbattere un business jet è anche un messaggio per le élite russe, che fanno molto affidamento sull’aviazione privata per spostarsi nel paese. Se Putin è disposto a raggiungere e uccidere Prigozhin in pieno giorno sulla Russia, nessuno è al sicuro», ha scritto The Atlantic che ha parlato di «omicidio di Stato» riferendosi alla morte di Prigozhin. Tutto è possibile. (Fonte – Fonte foto: ricerca immagini Bing licenza libera)

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