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La predica corta – Credere, oltre i pregiudizi e i criteri umani
NEWS 20 Agosto 2023    di don Gabriele Brusco

La predica corta – Credere, oltre i pregiudizi e i criteri umani

XX Domenica del Tempo ordinario, anno A

Questo incontro di Gesù con la donna Cananèa ci rimane impresso. Anche per questo l’Evangelista l’ha inserito tra gli eventi da segnalare a tutti i discepoli nel loro cammino di conoscenza del Signore.

Gli apostoli vorrebbero che Gesù ascoltasse la donna, se non altro, per farla smettere nella sua insistente preghiera. Gesù non sembra avere buone disposizioni, non ha intenzione di rivolgerle nemmeno la parola. Noi non possiamo dare delle ragioni logiche, se non a posteriori: Gesù vuole dare una lezione a tutti e approfitta della perseveranza della donna Cananèa per educare nella fede perseverante in Dio; una fede che supera i confini nazionali e religiosi di Israele.

Per gli israeliti era importante affermare di essere il popolo eletto, il popolo che Dio predilige ed ama rispetto agli altri. Questa loro convinzione però, pur trovando fondamento nella Sacra Scrittura, viene pian piano scardinata da Dio stesso. Gesù vuole che tutti vadano oltre le divisioni tra gli uomini. Dio non vuole che ci sia inimicizia tra gli esseri umani e non è contento di vedere come alcuni siano umiliati, emarginati o meno considerati, e non solo per la loro origine, ma anche per essere semplicemente donne e bambini, che nella società del tempo non avevano alcun valore.

A tutti i suoi discepoli Gesù in questa occasione riesce a manifestare che solo quella donna straniera, preoccupata per la figlia indemoniata, ha il coraggio di superare le barriere culturali e riconosce in Gesù il Messia che può ottenerne la liberazione. Forse solo per necessità la donna si rivolge a Gesù, dopo averle tentate tutte, ma la sua determinazione è ammirevole. Non si lascia intimorire dall’iniziale incuranza di Gesù. Non si arrende nemmeno quando Gesù la “umilia” rammentandole che non era una figlia di Israele e neppure quando la equipara ad un cagnolino. La donna non recede e anzi, non solo accetta l’umiliazione, ma accetta di essere considerata un cagnolino perché il suo amore per la figlia
va oltre i criteri umani. L’umiliazione ricevuta la rende virtuosamente umile e le fa ottenere la grazia e la lode di Gesù per la sua grande fede.

Gesù non vuole assolutamente maltrattare la donna, non vuole comportarsi come si sarebbe comportato qualsiasi israelita nei confronti della straniera. Insegna agli apostoli allibiti di fronte all’atteggiamento di Gesù, come sia inaccettabile la discriminazione di qualsiasi essere umano per futili ragioni, anche religiose, e come sia invece fondamentale una fede che superi ogni limitazione, confine e categoria umana. Dio è superiore a tutto e anche la nostra fede deve superare le difficoltà che oggi possono essere determinate dalla paura, dalla guerra, dalla malattia, dalla siccità, etc.

Questa domenica possiamo cogliere l’occasione per esaminare la nostra fede e capire se si arresta davanti ai pregiudizi e ai criteri umani: “non mi ascolterà mai, non può concedermi una grazia così grande, ho troppi peccati, non sono ancora santo…”. Basta chiedere al Signore di avere pietà di noi e che abbiamo bisogno di aiuto riconoscendoci indegni, proprio come la donna Cananèa. Noi potremmo farlo ogni giorno se solo vivessimo bene e con una buona preparazione il Sacramento della Riconciliazione, nel quale riconosciamo la nostra indegnità, il nostro peccato, ma manifestiamo anche la nostra fiducia in Colui che può perdonarci e liberarci dal demonio che ci possiede in modo non appariscente, attraverso il nostro
peccato.


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