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Promuove gli «aborti climatici» in Africa, ministro finlandese si dimette
NEWS 5 Luglio 2023    di Raffaella Frullone

Promuove gli «aborti climatici» in Africa, ministro finlandese si dimette

Poco più di una settimana. Tanto è durato l’incarico di Vilhelm Junnila a capo del Ministero per gli affari economici finlandesi. Classe 1982, membro del Finns Party dentro al Governo guidato dal premier Petteri Orpo, si è dimesso pochi giorni fa «nonostante la fiducia del partito e del mio gruppo parlamentare», e perché in queste condizioni «non è possibile continuare a fare il ministro in modo soddisfacente».

Le polemiche sono montante in seguito a dichiarazioni del ministro stesso fatte nel corso di un discorso in Parlamento nel 2019 nel quale ha parlato dell’opportunità di attuare «aborti climatici» nel continente africano per ridurre le emissioni globali di anidride carbonica e così, salvare il pianeta, nuova religione dell’Occidente civilizzato. «Sarebbe giustificato – ha detto Junnila-  che la Finlandia si assumesse la propria responsabilità promuovendo gli aborti climatici. L’aborto climatico sarebbe un piccolo passo per una persona, ma un passo da gigante per l’umanità».

Dichiarazioni che hanno fatto scattare immediatamente le accuse di nazismo e razzismo anche se, come ha spiegato Päivi Räsänen – ex ministro dell’interno finlandese finita alla sbarra (poi assolta) per essersi opposta con un tweet al gay pride del 2019 citando la posizione della sua chiesa evangelica di riferimento –  «Il concetto di aborto climatico è comunque eco-fascista senza la connessione razzista. E anche l’eco-fascismo è un movimento estremista».

Non c’è bisogno dunque di scomodare il razzismo per una pratica che è innanzitutto anti umana. Per una volta dunque ci si trova tutti d’accordo, o così sembra. Peccato che il concetto di “aborto climatico” non sia certo una novità inventata da Junnilla dal momento che se ne parla da anni, soprattutto in Africa dove la cosiddetta pianificazione familiare spopola, fatta passare come un generoso gesto di filantropia per “liberare” le donne che hanno meno possibilità delle loro sorelle occidentali.

Lo ha spiegato molto bene Obianuju Ekeocha, classe 1979, scienziato biomedico nigeriano trapiantato nel Regno Unito, presidente dell’organizzazione Culture of life Africa e oggi una delle voci pro life più attive del mondo africano in Occidente, che ha raccontato l’Africa che nessuno vede in un libro, Target Africa in cui descrive il “neocolonialismo” come la realtà che perpetra dei meccanismi di aiuto umanitario completamente controllati dalle nazioni cosiddette donatrici – occidentali – e dalle organizzazioni non governative, sempre più desiderose di propagandare le proprie ideologie nei Paesi più poveri, dove sono in grado di controllare gran parte delle politiche mescolando l’aiuto umanitario con l’agenda ideologica, ovvero principalmente aborto e contraccezione». Eh sì, perché aborto e contraccezione, in Occidente e di conseguenza in Africa, vanno a braccetto, da decenni per altro, eppure nessuno sembra preoccupato per questo anzi, spesso vengono sostenute, anche da chi oggi ha preteso le dimissioni del ministro.

Vale la pena ricordare che nel 2012 fu Melinda Gates, imprenditrice e informatica americana ma soprattutto ex moglie di Bill, filantropo conosciuto come fondatore di Microsoft e anima, sempre con l’ex consorte, della Fondazione Bill e Melinda Gates, a portare avanti una serie di campagne per «aiutare la popolazione del sud del mondo». Una in particolare –  raccolse 4,6 miliardi di dollari –  doveva finanziare il «controllo della popolazione» nel continente africano. Eppure nessuno li ha accusati di nazismo o razzismo. Forse perché non li hanno chiamati “aborti climatici”? O forse perché conta più liberarsi di un avversario politico che interrompere un infanticidio silenzioso? [fonte immagine Youtube]

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