Leggere i giornali e avere un senso di straniamento. Siamo in un romanzo kafkiano? Prima i fatti. L’altro ieri la procura di Padova ha impugnato per illegittimità l’atto con cui una bambina è stata registrata come “figlia di due mamme” dal Comune, nel 2017 e ha annunciato che avverrà lo stesso per tutti gli altri casi simili, 33 in tutto. Il procuratore chiede al tribunale di rettificare l’atto togliendo il nome della donna che non è genitore biologico della bambina e che è stata illegittimamente considerata “una seconda mamma” e ha altresì disposto la cancellazione del secondo cognome attribuito alla bambina. Praticamente è stato ripristinato il principio di realtà per i casi in cui due donne si sono recate all’estero per ottenere un figlio tramite processi di fecondazione in vitro utilizzando il seme di uomo e sono rientrate in Italia chiedendo – e ottenendo – di essere registrate entrambe come “mamme”. Un falso in atto pubblico quindi, che il Tribunale chiede di sanare. Apriti cielo.
Il quotidiano La Stampa scrive a caratteri cubitali «Diritti sfigurati dagli autoritarismi» «Questa è una persecuzione» «Famiglie fuorilegge». Nel pezzo di Laura Berlingheri si legge: «Se il tribunale dovesse accogliere la richiesta della Procura, dall’oggi al domani questi 33 bambini si ritroveranno formalmente orfani di uno dei loro genitori. Dall’oggi al domani, 33 mamme non saranno più nulla, per la legge italiana. Non potranno andare a prendere i figli a scuola, portarli dal medico, firmare le giustificazioni sul libretto scolastico.
«Parliamo di togliere un genitore legale a un minore, anche a distanza di 6 anni dalla nascita. Un atto vergognoso e indegno di un Paese civile», commenta Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno. «Disumano – tuona il padovano Alessandro Zan a La7– 33 bambini per decreto perderanno una mamma», «Per la piccola è un trauma, non ha più un fratello», scrive ancora il Corriere che sottolinea come servirà una delega per andare a prendere la bambina a scuola. Interviene anche Laura Boldrini che parla di «Minori a cui hanno deciso di togliere una mamma». Potremmo andare avanti ora perché da ieri è quasi unanime il coro in solidarietà alla “mamma cancellata”.
Se non fosse drammatico a qualcuno potrebbe scappare una risata, il vero genitore cancellato per questi bambini non è “una delle due mamme”, ma il papà. Ridotto a “seme”, usato in laboratorio per “produrre” un bambino su richiesta. E cancellato nel momento in cui due donne hanno deliberatamente deciso che potevano “fare” un bambino e crescerlo senza papà. Solo perché è tecnicamente possibile. Ma chi ci pensa al papà nell’epoca della mascolinità tossica? Il padre in questi casi al massimo è un “concetto antropologico”, un volto su un catalogo consultato anni fa e poi buttato, un numero rimasto su un registro impolverato di un laboratorio dimenticato di qualche clinica spagnola, è stato “solo” un fornitore di seme, non esiste.
Se non nei pensieri di quei bimbi che si struggono in silenzio chiedendosi “perché” e immaginando un volto, una voce, una storia. Ma è uno struggimento senza voce, un pianto soffocato. Inammissibile, intollerabile.
I “diritti arcobaleno” devono restare intoccabili (Fonte foto: Imagoeconomica).
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