Tra il dire e il fare c’è di mezzo il pensare (Edizioni Themis) un agile manuale, possiamo definirlo così, rivolto a genitori insegnanti e caregiver che si trovano ad affrontare tutte le tappe del percorso di crescita dei loro bambini. Fasi spesso caratterizzate dalla paura legata alla crescita stessa, ma anche ad alcune caratteristiche della società odierna e dagli effetti del post pandemia. Tramite l’uso di fumetti ad hoc, al fine di sfruttare la forza evocativa delle immagini, vengono rappresentate le paure tipiche dei più piccoli. (La paura e l’ansia sono argomenti affrontati anche in una delle pubblicazioni del Timone). Come spiega al nostro giornale l’autrice, Federica Barucchello, psicologa-psicoterapeuta, ad indirizzo cognitivo comportamentale, di esperienza ventennale, il libro è anche un utile strumento operativo per psicologi.
Dottoressa, come nasce l’idea di questo libro e qual è il suo scopo? «Lo scopo è quello di fornire degli strumenti utili ai genitori, perché i bambini sono più vulnerabili di fronte agli eventi negativi rispetto agli adulti, però sono molto più veloci nel recuperare, se ben supportati. Quindi il fine è dare elementi utili, fornirli ai genitori, per permettere loro di supportare i bambini e quindi di rendere più veloce la loro fase di recupero dalle paure. Infatti molti genitori non hanno strumenti, quindi è come fornire una cassetta degli attrezzi. Il supporto dei fumetti fa capire concretamente come intervenire: tra i personaggi ci sono Sorella Paura ed Evitamento, ma poi c’è anche la coppia dei veri amici Fratello Coraggio e Sfida. Quindi lo scopo è quello di spingere il bambino a sfidare ciò che teme. Sono forniti anche consigli su come affrontare il bullismo o gli incubi notturni. In quest’ultimo caso si parla di “immagini antidoto”: gli incubi tendono a ripetersi in maniera quasi sempre uguale, nei bambini e allora il genitore può intervenire suggerendogli di immaginare un lieto fine per gestire quei sogni inquietanti. In questo modo il bambino diventa più sereno e conquista sonni tranquilli».
Riguardo i personaggi dei fumetti, si tratta di coppie di falsi e veri amici: perché viene utilizzato il riferimento all’esperienza amicale? Per l’importanza che ha il gruppo dei pari in questa fase evolutiva? «I personaggi sono nati, in realtà, da una citazione “Quando si agisce cresce il coraggio e quando si rimanda cresce la paura” di Publilio Siro, un drammaturgo romano del I secolo a.C. È un modo per far comprendere, attraverso i fumetti, che c’è sempre un amichetto che spunta per bloccare le nostre azioni: in questo caso Paura gioca sempre con Evitamento, mentre, una persona che ha Coraggio avrà, al contrario sempre come reazione Sfida. Ecco perché la coppia. È la coppia azione- reazione. Quando si ha paura molto spesso c’è sempre Evitamento e viceversa».
In base alla sua esperienza, quali sono le paure più diffuse nei bambini? «Sicuramente la paura del buio. Una paura che c’era già prima, ma ora, con l’uso di internet i bambini subiscono degli stimoli, nel loro immaginario, molto più forti rispetto alla loro età. Quindi, nel buio, la capacità immaginativa del bambino si sviluppa maggiormente. Un’altra paura, riportata nel libro, è quella del temporale e per la quale i genitori ci chiedono aiuto perché i bambini sono portati a chiudersi in casa, abbandonando le loro attività extra scolastiche. Poi ho riscontrato la paura della scuola. Nel mio manuale non potevano essere riportate tutte le paure, ma c’è un fumetto vuoto, dove, l’adulto, insieme al bambino, possono disegnare la paura specifica e disegnarla, mettendo in atto un auto dialogo interiore, stimolando in lui la capacità di provare ad affrontare e superare, con azioni concrete, ciò che teme».
Che consiglio può dare ai genitori per affrontare le coppie di Falsi Amici? «Quello di trovare nuove soluzioni, nuove strategie, stimolando nel bambino la possibilità di agire, di sperimentare. Infatti nel mio libro è riportato un asterisco cognitivo che prevede fino ad otto opportunità. Ad esempio, nel passaggio dalla quinta elementare alla prima media, con quell’asterisco io riesco a chiedere al bimbo cosa vorrebbe ottenere di bello da questo passaggio, perché, spesso, quando si è in ansia, si tende a vedere solo il negativo. Invece, attraverso l’adulto, si può stimolare un altro dialogo che spinga il piccolo ad intravedere delle opportunità nel cambiamento: conoscere nuovi amici, fare gite scolastiche, apprendere nuove materie ecc. Ovvero riempire quell’asterisco con alternative che ci possano regalare qualcosa di più». (Fonte foto: Pexels)
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