«L’uomo, col suo stesso esistere, è una domanda, ma non è una risposta. Chiede, cerca, indaga, ma dentro di sé non riesce a trovare». Non c’è una sintesi più efficace di questa al libro di don Luigi Giussani intitolato Il senso religioso, il primo volume di quel PerCorso in cui Giussani appunto riassume il suo itinerario di pensiero e di esperienza. Questa sintesi ce la offre un amico di don Giussani, il cardinale Giacomo Biffi, che nel 1998, rivolgendosi agli studenti, ai docenti e al personale amministrativo dell’Università di Bologna in apertura dell’anno accademico, parlava appunto del senso religioso. Non parlava in particolare del libro di Giussani, ma di quegli interrogativi circa il proprio destino, la propria origine, la presenza del male e la morte, che, diceva Biffi, «se uno non rinuncia a pensare, rassegnandosi a una specie di suicidio intellettuale, fatalmente» vi si imbatte.
Gli interrogativi fondamentali sono sempre quelli e sempre valide sono le proposte di senso che si trovano nel libro di Giussani che oggi pomeriggio a Roma viene presentato in una nuova edizione, con prefazione di Jorge Mario Bergoglio. Oggi alle 17 parleranno del libro Davide Prosperi, attuale Presidente di Cl, il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, fresco di ritorno dal viaggio a Kiev di questi giorni, e il professor Wael Farouq, docente di lingua e letteratura araba alla Cattolica di Milano.
«Sono domande umane», diceva ancora Biffi, «e invano la cultura oggi dominante le snobba altezzosamente e cerca di censurarle». Infatti, il nostro tempo a volte può apparire addirittura post umano, più che post cristiano, ed è questa la sfida che oggi si deve cogliere da quel libro uscito per la prima volta nel 1986 e che innanzitutto, a ben vedere, chiedeva di non buttare il cervello all’ammasso e lasciare accesa la luce di un’autentica razionalità, capace di riconoscere e stupirsi davanti alla realtà.
Però, oltre le domande c’è anche la risposta nel senso religioso di Giussani. Il cristianesimo ha a che fare con il senso religioso proprio perché si propone come risposta imprevedibile, eppure pienamente ragionevole. Insomma, l’importante è non fermarsi solo alle domande.
Potrebbe interessarti anche