Dopo le continue censure del David di Michelangelo, una delle quali ha portato al licenziamento di un’insegnante per averne mostrato le immagini agli alunni, considerate alla stregua di foto porno, adesso è la volta addirittura della Sacra Bibbia.Incredibile ma vero, la Bibbia sarebbe stata definita “volgare e violenta”, da una commissione scolastica. Almeno la versione incriminata, quella di re Giacomo che è l’edizione ufficiale in inglese della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, utilizzata dai protestanti anglosassoni.
Sulla base di questo incredibile giudizio, i testi delle Sacre Scritture sono stati banditi dalle scuole elementari e medie di un distretto scolastico dello Utah, in quanto conterrebbero esempi di incesto, prostituzione e stupro. Il genitore che ha mosso le fila di questa assurda protesta sfociata in una vera e propria censura avrebbe motivato così il suo gesto: «Non ha valori seri da trasmettere ai minorenni perché è pornografica secondo il nostro pensiero». Strano però che nonostante tanta convinzione, questo genitore, non abbia voluto metterci la faccia, scegliendo di rimanere anonimo.
La Bibbia sarebbe passata sotto la lente di ingrandimento, addirittura di una commissione di professori e insegnanti. Un aspetto alquanto singolare della vicenda, poi, è che il provvedimento prenderebbe le mosse da una legge che bandisce i libri “pornografici o indecenti” dalle scuole. Solo che la maggior parte dei libri vietati finora riguardavano argomenti come l’orientamento sessuale e l’identità di genere, ora, la stessa legge viene utilizzata per bandire, invece, il libro sacro per eccellenza su cui si basa l’antropologia cristiana che il gender cerca, invece, di fare a pezzi. Quindi è molto strano che sulla base della stessa legge si condanni una visione dell’identità sessuale che, la Bibbia sconfessa, bandendo contemporaneamente anche la Bibbia. Verrebbe da dire “delle due, l’una”.
Viene da sorridere pensando quasi ad una vendetta delle lobby arcobaleno. È singolare, inoltre, tutto questo accanimento contro un testo sacro che non solo predica l’amore (non certo il love is love a cui siamo abituati oggi) ma l’amore oblativo che arriva fino al sacrificio di sé per l’altro e che, un genitore che evidentemente non ne ha mai sfogliato una pagina, si è anche permesso di definire senza valori, mentre in generale si chiude più che un occhio davanti ai corsi di indottrinamento lgbt, per non parlare poi delle corrispettive pubblicazioni, non certo roba da educande, che spesso si propinano ad alunni neanche tanto consapevoli.
Tuttavia, i testi delle Sacre Scritture restano disponibili nelle biblioteche dei licei del distretto, in quanto non rientrerebbero nella definizione di “pornografico o indecente” (e menomale!) ovvero la motivazione su cui si basa la messa al bando, completa, di determinati libri, secondo la legge dello Utah. La medesima legge è attualmente in vigore anche in altri Stati americani, come Texas, Florida, Missouri e Carolina del Sud.
Sulla base degli stessi divieti, poi, si sta valutando anche l’ammissibilità nelle scuole del “Libro di Mormon”, uno dei testi sacri del mormonismo che peraltro, è la religione dominante nello Utah. La motivazione sarebbero i troppi riferimenti alla violenza, tra cui battaglie, decapitazioni e rapimenti. E, allora, la violenza delle immagini sessualmente esplicite di molti pamphlet arcobaleno, esercitata sulla mente dei minori, come va intesa, come leggiadro esercizio retorico o come puro eccesso di zelo, nel trasmettere un’ educazione sessuale (non sentimentale) che sconfina nel regno del porno? (Fonte foto: Pexels)
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