Maria Giovanna Maglie, saggista e opinionista nata a Venezia nel 1952, malata da tempo, è morta questa mattina a Roma, all’ospedale San Camillo Forlanini. Nei mesi scorsi l’opinionista era stata operata al cuore per un aneurisma all’aorta, ma all’intervento erano seguite delle complicazioni post operatorie. Dopo il ricovero una lunga convalescenza, segnata però da ulteriori problemi di salute.
Al Timone la ricordiamo per l’apertura sincera del cuore a ciò che è oltre le cose del mondo. Maria Giovanna era laica, si è detta non credente, ma abbiamo la presunzione di pensare che certamente il suo senso religioso batteva forte, sapeva tenere accesa la luce della ragione prendendo posizioni scomode e controcorrente.
Intervistata dal Timone in più occasioni, ci disse che «aborto e utero in affitto fanno parte di una struttura della società che rischia di dissolversi e su questo disfacimento ci sono enormi responsabilità da imputare alla laicizzazione anche delle donne».
Doveva essere con noi a Bassano del Grappa lo scorso 5 maggio a parlare di donne, anzi il titolo, che lei aveva condiviso, era «Si può dire donna», convinta com’era che la questione femminile è al centro della crisi dei nostri tempi. Quando la contattai nel febbraio di quest’anno per partecipare all’evento di Bassano, mi disse: «Non sto benissimo, ma fino a maggio abbiamo tempo e voglio esserci!». Poi all’ultimo non ce l’ha fatta ad esserci a Bassano e ora non ce l’ha fatta nemmeno a vincere la battaglia per la vita.
Ma noi, cara Maria Giovanna, speriamo con tutto il cuore che la tua possa non essere una battaglia persa, ma la vera vittoria, l’unica che conta, quella per la vita eterna. La nostra speranza è anche legata alle parole che ci hai detto in un’intervista pubblicata sul Timone del marzo 2020. Leggete qui sotto. A Dio Maria Giovanna.
“Maria Giovanna se lei dovesse pensare a un modello di donna, le verrebbe in mente la Vergine Maria?
«Assolutamente sì».
Perché?
«Maria era al centro della proposta teologica di quel grande guerriero che è stato Papa Giovanni Paolo II. E la figura di Maria può dire molto oggi a tutte le donne. Perché ha portato con dignità e in silenzio il suo carico, non è stata assente, ma è stata contemporaneamente una guida materna e femminile. Da non credente resto affascinata da questa presenza»”. (dal Timone marzo 2020)
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