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Sanremo, il 3 giugno si parla di bioetica con il cardinale Eijk
NEWS 20 Maggio 2023    di Raffaella Frullone

Sanremo, il 3 giugno si parla di bioetica con il cardinale Eijk

Una giornata a servizio della formazione di tutti coloro che desiderano approfondire la Sacra scrittura, la teologia, e sviluppare u pensiero critico sul tempo presente e le sue sfide, voluta dal vescovo, Antonio Suetta. E’ lo scopo della giornata di studio sui temi di etica e bioetica organizzata dallo Studio Teologico “Pio XI”, della Diocesi di Ventimiglia-San Remo per sabato 3 giugno e aperto a tutti. A illustrare la giornata è Giovanni Parise, docente di diritto canonico e segretario Accademico dello Studio, che raggiungiamo al telefono
Quale è l’obiettivo questa giornata?
«Non è solo dare le basi necessarie ai futuri sacerdoti, ma anche formare uomini e donne, fedeli, “pronti sempre a rendere ragione” della loro fede, parafrasando quanto scrive l’apostolo Pietro nella sua prima lettera. Proprio in questa ottica, dinnanzi ad un panorama di assoluta confusione, anche nell’esternazione di pensieri, e in un clima di assoluto relativismo ed individualismo, i due più pericolosi “mali” odierni secondo Benedetto XVI e Francesco, ci è parso doveroso proporre questa giornata studio. Non si può negare, infatti, come sia doloroso constatare l’indifferenza, se non anche l’assenso o l’atteggiamento passivo, dinnanzi a governanti, pensatori, e talora persino pastori, che ritengono giusto legiferare in direzione contraria alla dignità umana su temi etici e bioetici come l’inizio ed il fine vita; l’identità sessuale, ad esempio, con atteggiamento quasi rassegnato dinnanzi alla pretesa rivendicazione di diritti che tali non possono essere. Infatti, secondo la migliore tradizione giusfilosofica classica, che dall’antica Grecia di Aristotele giunge fino a noi, seppur ormai da secoli contrastata da un dominante e pernicioso pensiero positivista, diritto è la ipsa res iusta, è il suum cuique tribuendi. Il diritto, quindi, non si crea, ma si dà, specialmente nel rapporto in cui deve stare rispetto alla lex naturalis e alla legge divina. Diversmaente, per riprendere un concetto caro all’Aquinate, non avremmo legge, “sed corruptio legis”. La corruzione dell’idea di diritto, in fondo, sta alla base di tutta quella proliferazione spasmodica di presunti diritti, finanche a quello di vita e di morte, perché, laddove viene meno l’aggancio con la legge naturale, “scritta nei nostri cuori”, e con il disegno divino sull’uomo – alla cui luce e nella cui fedeltà l’uomo può capire appieno se stesso (cfr. Gaudium et Spes, 22) -, si deteriora anche l’idea stessa di uomo e si mette in pericolo la stessa sua integrità. Smarrendo il riferimento al Trascendente, l’essere creato finisce per correre il rischio di autodistruggersi perché perde la sua origine, il suo senso, la sua meta, il suo più reale ed alto obiettivo. Inoltre, nel momento in cui si sente il bisogno di moltiplicare in modo incontrollato “i diritti”, ciò deve metterci in guardia perché è il più chiaro segnale che i diritti veri, quelli fondamentali ed inalienabili, sono in realtà messi a rischio e vengono violati».
Come è stata pensata la proposta?
«Il programma prevede anzitutto la lectio magistralis del cardinal Willem Jacobus Eijk, arcivescovo metropolita di Utrecht e Primate di Olanda. Leggendo il suo libro intervista con Andrea Galli, Dio vive in Olanda (ed. Ares), ci si può rendere conto come questo pastore della Chiesa sia un maestro e un difensore della Verità in un Paese, il suo, che ormai tratta l’uomo come un oggetto. Il suo profilo teologico, ma anche la sua formazione di medico e la sua esperienza di pastore, assieme alle esperienze della sua vita di uomo, di cattolico e di sacerdote, fanno sì che la sua relazione fonda insieme lo spessore accademico, magisteriale e dottrinale ed anche l’aspetto testimoniale di quanto vissuto in prima persona. Da ciò dovrebbero venir molti spunti di riflessione anche per noi, per l’Italia. Seguirà l’intervento di Pasquale Lillo, che tratteggerà i profili giuridici e costituzionali di queste tematiche in un’ora, quella odierna, in cui anche nel nostro Paese si fanno sempre più fragorosi ed insistenti i tentativi di introdurre leggi contrarie alla vita e sovvertenti la realtà naturale, che, in quanto tale, è non solo razionalmente accettabile ad ogni uomo, ma prima ancora è soprattutto evidente e conforme al bene e alla verità dell’uomo. Nella sessione pomeridiana, invece, avrà spazio Angelo Filardo, medico specialista in ostetricia e ginecologia, da sempre impegnato nell’educazione dei giovani e delle coppie all’amore fecondo e responsabile e sostenitore dei Centri Aiuto alla Vita. Il dottor Filardo si concentrerà, da un punto di vista scientifico e medico, sugli attentati alla vita nascente. A lui seguiranno due membri dell’Associazione Donum Vitae, fondata dall’indimenticabile Cardinal Elio Sgreccia, maestro e faro luminosissimo in materia. Infatti, la presidente dell’Associazione, Paola Pellicanò, dirigente medico e bioeticista del Centro Studi e Ricerche per la Regolazione naturale della fertilità dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Angelo Licameli parleranno della fertilità come dono da conoscere, accogliere, promuovere e custodire. Infine, ci sarà la testimonianza sui metodi naturali (billings) da parte dei coniugi Manuela Moreno e Roberto Ferrua. Risulta così evidente come dottrina, teoria, vangelo e vita vissuta si intreccino».
Di fronte alle sfide attuali di oggi sono gli strumenti fondamentali per un cattolico?
«Sono particolarmente grato per questa domanda perché mi permette di accennare al cuore di tutto. Lo strumento principale per un credente, per un cattolico, è sempre e specialmente il rapporto con il Signore nella preghiera, nella vita di fede, nella vita sacramentale e di grazia. Senza questo, tutto è vuoto e vano: “senza di me, non potete fare nulla”, ci insegna il vangelo, utilizzando la bella immagine del tralcio unito alla vite.  Da qui discende e deriva il resto: la nostra identità di fedeli, il nostro amore e la nostra comunione nella e con la Chiesa, il nostro affrontare le sfide attuali. Questa unione con il Signore e con la sua Chiesa domanda pure di essere sufficientemente formati per poter approcciarsi in modo davvero cattolico alle questioni grandi della vita, come a quelle più piccole e quotidiane.  Torno, così, a ribadire come sia un dovere di tutti formarsi, secondo le proprie possibilità e disposizioni e come sia un atto di carità ed un compito della Chiesa garantire tale opportunità a coloro che la desiderino».

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