In queste ore drammatiche per le zone dell’Emilia-Romagna, soprattutto per quelle che vanno da Bologna al mare, ma anche per le frane che colpiscono l’Appennino, i vescovi della conferenza episcopale regionale hanno diramato un comunicato in cui «elevano una preghiera al Signore perché la situazione possa al più presto migliorare».
«Davanti alla drammatica emergenza dovuta all’alluvione, alle persistenti piogge e alle esondazioni dei fiumi che hanno colpito, in questi giorni, in particolar modo la Romagna ma anche Bologna e altre zone della nostra regione, i Vescovi dell’Emilia-Romagna elevano una preghiera al Signore perché la situazione possa al più presto migliorare ed esprimono vicinanza per le vittime, per tutti coloro che sono stati colpiti e per i tanti che stanno vivendo e soffrendo ore di angoscia poiché sfollati o bloccati dagli allagamenti, dalle strade e dai collegamenti interrotti».
Ci aggiungiamo volentieri alla preghiera invocata dai vescovi, che mostra giustamente come alla fine l’uomo nonostante tutte le tecnologie che può mettere in campo deve riconoscere il suo limite (al netto delle incurie e delle responsabilità che potrebbero rilevarsi). Come diceva, infatti, Giovannino Guareschi, l’uomo pensa di sostituire il Padreterno, ma poi il «Padreterno sposta di un decimo di millimetro l’ultima falange del mignolo della mano sinistra e tutto il mondo va all’aria».
Allora rubiamo a don Camillo le parole del conforto durante l’alluvione: «Fratelli, sono vicino a voi per elevare una preghiera verso l’alto dei Cieli (…) un giorno però le acque si ritireranno ed il sole ritornerà a splendere. Allora ci ricorderemo della fratellanza che ci ha unito in queste ore terribili, e con la tenacia che Dio ci ha dato ricominceremo a lottare perché il sole sia più splendente, perché i fiori siano più belli… dimenticheremo le discordie e quando avremo voglia di morte cercheremo di sorridere. Così tutto sarà più facile…Che Iddio vi accompagni. E così sia.»
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