Stessa sede e stessa data: lo spazio espositivo per eventi EastEnd Studios di via Mecenate a Milano nel primo caso, il terzo weekend di maggio, sabato 20 e domenica 21, nel secondo. Cambia solo il nome, che nel 2022 era Un sogno chiamato bebè – come raccontavamo un anno sulle pagine della nostra rivista (qui per abbonarsi) – e quest’anno invece è Wish for a baby. Ma la sostanza è sempre quella: siamo di fronte al il tripudio delle tecniche di fecondazione assistita, molto simile a tante altre fiere che già si svolgono in altre città europee, ben pubblicizzate sulla pagina web dell’evento.
Scorrendo la home, non si parla esplicitamente di maternità surrogata, anzi, si usa un linguaggio molto prudente, a tratti vago, eppure salta agli occhi, tra gli sponsor della rassegna, la community Babble che offre consulenze per intraprendere il percorso per la maternità assistita. É quanto ha evidenziato anche Marina Terragni giornalista, scrittrice, formatrice sui temi della differenza femminile, che sulla sua pagina Facebook ha rimbalzato la notizia dell’evento: «Ci provano ogni anno – ha dichiarato al Timone, – cambiano mail e riferimenti, stavolta, non c’è un riferimento diretto alla gestazione per altri ma si parla genericamente di pma ovvero tecniche di fecondazione assistita; però, tra gli sponsor c’è la community Babble perché a loro interessa molto la maternità surrogata».
Cogliamo l’occasione per anticipare, come Timone, una cosa importante: nel numero di maggio della rivista – ora in lavorazione – ci sarà uno speciale con contributi esclusivi, tra i quali una testimonianza sotto copertura di chi racconterà, nel dettaglio, come avviene nell’est Europa l’adescamento delle donne che dovranno affittare l’utero.
Detto questo, tornando al programma dell’evento milanese, va detto che c’è un riferimento alla Spagna: PMA in Spagna:come vi accompagniamo a diventare genitori. Terragni sottolinea come «In Spagna pur essendo vietato il mercato dell’utero in affitto, tuttavia, ci sono molte agenzie che hanno la sede legale lì e poi lavorano con l’Ucraina per la gpa. Una fra tutte Gestlife». Per la cronaca, Gestlife gestisce il sito di Surrogacy Italy, uno studio di consulenza legale che si occupa di mettere in contatto gli aspiranti genitori con paesi come Russia Ucraina, Stati Uniti, dove l’utero in affitto è legale. Salta poi agli occhi un altro seminario incluso nell’evento, dal titolo Ovodonazione e garanzia di gravidanza con bebè in braccio come se si trattasse di una copertura assicurativa, di un invito a comprare anche a “scatola chiusa”, simile al “soddisfatti o rimborsati”.
Espressioni che sembrano ricalcare il linguaggio del mondo del marketing. «Infatti agenzie come Guest life– commenta Terragni – ti garantiscono che, in caso si opti per la maternità surrogata, se il bambino dovesse morire entro i primi due anni, a patto che il tipo di contratto sia quello Deluxe, possa essere sostituito con un altro bambino, senza ulteriori spese». E promette: «Noi cercheremo di far saltare l’evento anche stavolta». «Ci riproveranno sempre – sottolinea la giornalista – finché in Italia sarà possibile ricorrere alla maternità surrogata fuori, tornando in patria impuniti, avranno sempre un mercato. Perciò ripeto sempre che l’unica soluzione possibile è far diventare l’utero in affitto reato universale». (Foto: Bing, immagini free)
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