La riforma delle pensioni che sta infiammando le strade di Francia è quasi morbida, rispetto a quella lacrime e sangue della Fornero che nel 2012 ha portato l’età pensionabile in Italia a 67 anni. Il presidente Emmanuel Macron vuole mandare in pensione i lavoratori a 64 anni e non più a 62 dal 2030, con una progressione che vede cresce l’età pensionabile di 3 mesi per ogni anno di qui al 2030. Il ritornello è sempre lo stesso: aumenta l’aspettativa di vita e quindi gli Stati non ce la fanno a pagare pensioni troppo anticipate.
Insomma, è bene che il pensionato non campi troppo dopo aver finito di lavorare. Debito pubblico e pressione fiscale lo vogliono, i mercati lo chiedono, si vada in pensione il più tardi possibile e, per favore, si faccia il piacere di non vivere troppo a lungo (in ogni caso c’è sempre anche l’eutanasia per accompagnare l’anziano malato a risolvere la questione prima possibile). Tra tagli alla sanità, aumento dei contributi, riduzione delle prestazioni sociali e riforme pensionistiche che portano il meritato riposo sempre più vicino all’eterno riposo, abbiamo capito che l’Europa non è un continente per vecchi.
Paradossalmente proprio quell’Europa in cui gli over 65 sono il gruppo sociale in progressiva crescita, ma questo ai mercati non importa. Noi, invece, vorremo difendere il diritto al riposo, all’ozio. Vorremo vivere in un mondo in cui ad un certo punto – diciamo 62 anni ? – tutti potessero scegliere di andare a pescare o al bocciodromo per passare una mattina senza pensieri. Stiamo con Papa Francesco, quando nel 2017 parlando ai delegati Cisl disse che «É una società stolta e miope quella che costringe gli anziani a lavorare troppo a lungo e obbliga una intera generazione di giovani a non lavorare quando dovrebbero farlo per loro e per tutti».
Non di solo lavoro vive l’uomo. «La persona non è solo lavoro… Dobbiamo pensare anche alla sana cultura dell’ozio, di saper riposare. Questo non è pigrizia, è un bisogno umano», così disse appunto Francesco. Arriverà un giorno che si andrà in pensione a 70 anni, poi a 75, magari a 80. Fino a che diranno che fu un grande lavoratore e allora riposi in pace. Nelle strade di Francia però si lotta per mandare in pensione Macron e insieme a lui un capitalismo ormai impazzito che detta l’agenda ai popoli e fa pagare i conti in rosso alla gente (Fonte foto: Flickr.com).
Riceverai direttamente a casa tua il Timone
Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone
© Copyright 2017 – I diritti delle immagini e dei testi sono riservati. È espressamente vietata la loro riproduzione con qualsiasi mezzo e l’adattamento totale o parziale.
Realizzazione siti web e Web Marketing: Netycom Srl