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«Bisogna smetterla di colpevolizzare l’uomo per i cambiamenti climatici»
NEWS 3 Febbraio 2023    di Manuela Antonacci

«Bisogna smetterla di colpevolizzare l’uomo per i cambiamenti climatici»

Un’ecologia umana che garantisca sì la cura e la custodia del Creato e dell’ambiente, ma anche in funzione della vita e della salute degli esseri umani e un no forte al climatismo catastrofista che, oggi va sempre più a braccetto con l’ideologia fortemente antiumana del neo malthusianesimo che considera l’uomo il cancro del pianeta, è ciò di cui si è parlato lo scorso 2 febbraio a Roma, durante la conferenza stampa organizzata da Pro Vita & Famiglia, presso l’Hotel Nazionale.

Numerosi i relatori, tra cui il presidente di ProVita Toni Brandi, Francesca Romana Poleggi, membro del consiglio direttivo di Pro Vita & Famiglia, Alberto Prestininzi, professore ordinario di geologia applicata all’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, Uberto Crescenti, professore ordinario emerito di Geologia Applicata all’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara, Maddalena Morgante ed Elisabetta Gardini, deputate di Fratelli d’Italia, Marco Rizzo, presidente onorario del Partito Comunista, Mario Giaccio, professore ordinario di Economia delle Fonti di Energia all’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara.

Ancora, tra i relatori anche il professor Stefano Masini, Capo Area Ambiente e Territorio di Coldiretti e infine Nicola Scafetta, professore associato di Fisica dell’Atmosfera, e Clima all’Università “Federico II” di Napoli. Quest’ultimo, in particolare, ha sottolineato un aspetto fondamentale del tema di fondo, ovvero la facile e inutile colpevolizzazione dell’uomo rispetto all’inquinamento ambientale, atteggiamento totalmente privo di prove scientifiche adeguate. «L’affermazione che il riscaldamento è causato dall’uomo è un prodotto di alcuni modelli climatici creati al computer. Quindi è il computer che ci sta dicendo questo. Il problema scientifico è validare questi modelli climatici. Se questa validazione non si fa allora il modello rimane tale», ha tenuto a sottolineare Scafetta.

Ha spiegato anche come la letteratura scientifica, oggi, ci mostri che c’è un’enorme incertezza riguardo le cause del cambiamento climatico. Ci sono, infatti, articoli scientifici che mettono in evidenza che il sistema climatico è caratterizzato da una serie di cicli naturali, da un forte effetto solare che i modelli non sono in grado di riprodurre e che, quindi nella letteratura scientifica stessa, c’è una forte dicotomia tra i lavori basati sui modelli climatici che vedono nell’azione dell’uomo una delle cause principali del cambiamento climatico e quelli empirici che vanno a studiare i pattern climatici direttamente. Il Timone lo ha intervistato brevemente.

Professor Scafetta, qual è il messaggio che arriva da questo evento e perché bisogna custodire l’ambiente e l’uomo, non dimenticando né l’uno né l’altro? «Bisogna conservare l’ambiente perché chiaramente è importante. Dobbiamo prenderci cura del mondo e anche l’uomo fa parte del mondo, quindi dobbiamo anche prenderci cura dell’uomo e trovare una giusta armonia tra le due cose e, secondo me, il messaggio di questo evento è quello di non esagerare le colpe dell’uomo, perché altrimenti l’armonia tra l’uomo e l’ambiente si rompe».

Cosa dovrebbero fare le istituzioni e la scienza per preservare l’equilibrio uomo-ambiente, senza demonizzare il primo? «Bisogna cercare di comprendere la realtà, prendendo coscienza del fatto che la realtà climatica è molto complessa e ci sono molte incertezze e bisogna arrivare a fare delle scelte tenendo conto di tutti gli aspetti che si conoscono, non solo di una parte di essi. Quello che si fa, invece, è che si dà enfasi ad una sola parte della ricerca scientifica, non a tutta. C’è invece, una parte della ricerca, che ci parla di un contributo umano più moderato e indica che dobbiamo stare molto attenti, perché se si fanno delle scelte sbagliate in questo campo ne soffriremmo tutti».

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