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«Il piano di Dio non è il nostro. A me ha mostrato che tutto è possibile»
NEWS 27 Gennaio 2023    di Redazione

«Il piano di Dio non è il nostro. A me ha mostrato che tutto è possibile»

L’ordinazione sacerdotale di Michael Mithamo King’ori, il primo prete cattolico cieco del Kenya, è stata salutata da subito come un evento significativo. L’arcivescovo di Nyeri, monsignor Anthony Muheria, dopo aver celebrato la Messa di ordinazione, lo scorso 15 gennaio alla St. John Bosco Kiamuiru Primary School, ha detto che essa senza dubbio «aiuterà ad aumentare la considerazione delle persone disabili». In realtà, si tratta di un evento che tocca il cuore di chiunque apprenda di tale notizia.

Ma soprattutto, tocca il suo di cuore, quello di padre King’ori. Secondo quanto riporta Ucanews, che l’ha contattato, il sacerdote è al settimo cielo per la sua avvenuta ordinazione. «Questo», ha dichiarato, «ha saziato la mia speranza di lunga data di diventare un prete cattolico». Una speranza che a tratti pareva all’uomo essere vana, dato che ci sono stati momento in cui egli riteneva che «viaggio per arrivare a servire Dio come sacerdote ordinato fosse andato in frantumi».

Ora però padre King’ori – che attualmente risulta essere già in servizio alla parrocchia di Mweinga a Nyeri – è finalmente sacerdote e sta vivendo, per usare sempre le sue parole, «un sogno diventato realtà». Alla domanda su cosa pensa di essere il primo prete cattolico cieco del suo Paese, l’uomo, non vedente da vari anni, ha dichiarato: «In breve, dico che il piano di Dio non è il nostro piano. Mi ha dimostrato che, anche nel mezzo di una tragedia umana, tutto è possibile».

Si tratta di parole indubbiamente significative e che hanno un valore anche al di là del tema della disabilità, nel senso che investono tutti noi. Da questo punto di vista, padre King’ori – che divenne cieco subito dopo aver completato i suoi studi teologici ed ha usato il Braille per conseguire la sua laurea in teologia – ha molto da dire non solo ai suoi parrocchiani, ma a chiunque venga a conoscenza della sua vicenda. Che è una storia di speranza, certamente, ma soprattutto di fede (Foto: Seed Magazine, Twitter)

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