«Non si può essere per qualcosa senza essere contro il suo contrario, così come, allo stesso modo, non si può essere contro qualcosa senza essere per il suo contrario». Scardina gli stanchi ritornelli sul “dialogo” fine a se stesso e sugli appelli ad “evitare le contrapposizioni” l’omelia di sabato scorso dell’arcivescovo di San Francisco Salvatore Cordileone . D’altra parte, dice il Vangelo, «il vostro parlare sia sì sì, no no, il resto viene dal maligno».
Siamo nel giorno della storica Marcia per la vita di Washington, la prima nella “post Roe America” ovvero nell’era successiva alla sentenza Roe Vs Wade, che nel 1973 ha legalizzato l’aborto negli Stati Uniti e che è lo scorso anno è stata ribaltata dalla sentenza Dobbs vs Jackson della Corte Suprema. Ma siamo anche nel giorno di un’altra grande manifestazione, The Walk for life West Coast, che dal 2005 si svolge in corrispondenza della storica Marcia di Washington e l’arcivescovo di San Francisco ha celebrato la Messa di apertura.
«Quando mi è venuta l’idea di commissionare una nuova partitura di musica sacra per questa messa nella nostra cattedrale prima dell’annuale Walk for Life West Coast – ha spiegato Cordileone – avevo previsto che si sarebbe svolta del cinquantesimo anniversario della famigerata decisione della Corte del 22 gennaio 1973. […] Non avevo quindi immaginato un anniversario felice, anzi, lo pensavo con lo stesso spirito con cui penso ad altri grandi anniversari tragici nella storia, come l’attacco a Pearl Harbor o gli attentati terroristici dell’11 settembre 2001. Non sapevo – ha detto – che in realtà ci sarebbe stato qualcosa di felice da festeggiare. Ciò che tanti di noi hanno sognato, per cui hanno pregato e lavorato duramente nel corso di mezzo secolo si è avverato: il ribaltamento di quella sentenza mostruosa»
«Siamo sempre etichettati con pregiudizio: noi siamo quelli “anti-aborto” mentre loro sono “per”, “pro-choice” o “per il diritto all’aborto”. Non riescono a riconoscere che se difendi qualcosa, ti opporrai al contrario. Quindi, sì, siamo contrari all’uccisione di vite umane innocenti in ogni circostanza, motivo per cui siamo a favore della vita, così come siamo contrari alle leggi che consentono l’uccisione di vite umane innocenti. Per questo siamo considerati una piccola minoranza fuori dal mainstream. Ma questo ci mette in buona compagnia: tali erano gli abolizionisti nell’America di metà Ottocento e così i protagonisti dei diritti civili nel Jim Crow South. Sostenere ciò che è giusto e vero in una società che si oppone ad esso comporterà sempre sofferenza e qualche tipo di persecuzione».
Salvatore Cordileone punta poi l’attenzione sulla santa che si celebra il 21 gennaio: «Questa è la lezione che ci insegna sant’Agnese: la disponibilità a dare tutto, anche la stessa vita corporea, per mantenere l’integrità della propria fede e della virtù ed essere così trovati irreprensibili nel giorno della visitazione di nostro Signore Gesù Cristo, e portati in quella perfetta comunione con Lui. […] Sant’Agnese, però, ci insegna anche un’altra preziosa lezione, che si può trovare nel suo stesso nome: agnello. L’agnello è l’animale del sacrificio.
Il sacrificio arriverà inevitabilmente a coloro che vivono secondo le verità spirituali percepibili solo alla luce della fede. Sacrificio significa “rendere santo”, che avviene donandosi nell’amore per il bene di un altro, per un bene più grande. Questo è ciò che significa essere grandi agli occhi di Dio, non del mondo». (Foto: screenshot, Youtube)
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