A partire da sabato 14 gennaio, e fino al 23 dello stesso mese, Roma sarà sede di una serie di iniziative che hanno quale intento comune quello di mettere in rilievo la figura di Rosario Livatino, magistrato assassinato dalla Stidda ad Agrigento il 21 settembre 1990, a neanche 38 anni, e beatificato da papa Francesco il 9 maggio 2021.
L’ATTUALITÀ DI LIVATINO
Tra gli eventi in programma, il convegno “L’attualità del beato Rosario Livatino”, fissato per mercoledì 18 gennaio (ore 14.30-18.00) e la mostra “Il beato Rosario Livatino”, a ingresso libero da lunedì 16 a lunedì 23 (qui maggiori informazioni), entrambi presso la Sala Capitolare del Convento di Santa Maria sopra Minerva (Piazza della Minerva, 38) ed entrambi promossi dal Centro Studi Livatino.
E, se la mostra ha più lo scopo di presentare essenzialmente la vita del beato Livatino, il convegno si propone come finalità, afferma al Timone Domenico Airoma (foto a lato), procuratore della Repubblica di Avellino e Vicepresidente del Centro studi Livatino, quella di mostrarne l’attualità e di «fare tesoro del suo insegnamento e, oltre a questo, direi di più, del suo stile di vita. Perché, se anche Livatino non avesse scritto alcunché – ci ha lasciato due splendide conferenze -, è la sua vita che parla per lui. Per questo è importante mettere in luce il suo stile. Stile professionale, di magistrato, con le cose importanti che ha lasciato e ha innovato – come per esempio nel suo essere antesignano con riferimento alle misure di prevenzione o rispetto alla criminalità ambientale o della pubblica amministrazione – ma sempre con grande rispetto delle parti».
Tuttavia l’attualità di Livatino non si ferma al suo lascito come magistrato, bensì investe più campi. «Il beato», prosegue Airoma, «è anche d’esempio per tutti coloro che hanno incarichi nelle pubbliche istituzioni, anche qui per il suo stile: è famosa la sua frase “il giudice non deve solo essere indipendente, deve anche apparire indipendente”. Vi è poi un ulteriore profilo, che riguarda il laico cristiano: Livatino ha dimostrato come sia possibile, per un cristiano, essere e rimanere tale… senza roboanti ostentazioni, ma anche senza nascondere la propria fede all’interno delle istituzioni, o alla mafia, nel caso del Nostro. E questo è quantomai attuale: oggi i laici cristiani sono chiamati a essere testimoni coerenti e credibili, senza nascondersi, affinché la gente possa riconoscerli non tanto per quello che dicono, ma innanzitutto per come si comportano».
Da ultimo, un aspetto caro al Centro Studi Livatino, e anch’esso di grande attualità, ossia il suo profilo di giurista: «Livatino», conclude Airoma, «ha infatti dimostrato come il giurista non possa ridursi a un tecnico, o a un tecnocrate, e guardare soltanto al dato normativo positivo, bensì debba porsi il problema del suo contenuto di giustizia, ergendosi a voce critica, capace di porre questioni di fondamento».
Per Airoma, quindi, è importante porre l’accento in particolare su questi punti di attualità della figura di Livatino, onde evitare di «trasformarlo in un santino», o limitarsi a vedere in lui l’aspetto – pur naturalmente importante – della lotta alla mafia.
LA PEREGRINATIO DELLA RELIQUIA
Accanto a questi, e altri (qui), momenti dal connotato più spiccatamente “culturale”, dal 14 al 21 gennaio 2023 si svolgerà a Roma anche la prima solenne Peregrinatio Beati Rosarii Livatino – Fidei et Justitiae Martyris, voluta e programmata dalla Venerabile Arciconfraternita di Santa Maria Odigitria dei Siciliani in Roma e organizzata dal Comitato Peregrinatio Beati Rosarii Livatino, presieduto dal Primicerio dell’Arciconfraternita. Durante la settimana, una reliquia costituita dalla camicia indossata dal beato Livatino, e impregnata del suo sangue, farà diverse tappe e verrà esposta nei luoghi delle massime istituzioni del Paese, tra i quali Camera e Senato, Suprema Corte di Cassazione e Consiglio superiore della magistratura, ma anche presso il Comune di Roma, diversi luoghi d’istruzione, parrocchie…
«Noi riteniamo importante», prosegue ancora Airoma al Timone, «proprio per rispettare lo stile di Livatino, che accanto alle parole ci sia il contatto con i fatti. Noi siamo fatti di anima e di corpo, quindi non bisogna solo parlare di Livatino, bisogna anche in qualche modo “farlo vedere”: e se nella mostra ci sono i fotogrammi e i suoi scritti, la reliquia è importante perché rende visibile la concretezza del martirio, si può toccare con mano quella camicia insanguinata. Noi oggi abbiamo bisogno di rimettere al centro della società anche il sacro, con la sua concretezza, e la Peregrinatio ha proprio questa finalità di portare il sacro anche nei luoghi pubblici, anche all’interno delle pubbliche istituzioni». (Foto della reliquia da www.beatorosariolivatino.com)
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