La morte di Dio, annunciata e perfino cantata da tempo, si è purtroppo realizzata. Soprattutto nell’Europa un tempo cristiana, e oggi sempre più stretta nella morsa di un secolarismo che mira ad archiviare tutto quello che può solo remotamente rinviare alla fede: l’apertura alla trascendenza, il senso del peccato, perfino il senso di un’identità basata su delle radici.
Ma in un simile contesto, quali rimedi restano possibili? Per rispondere a queste ed altre domande, Luisella Scrosati dialoga a lungo e in profondità con dom Cantera Montenegro, priore dell’Abbazia benedettina spagnola della Valle de los Caidos, il quale da un lato analizza senza sconti la crisi spirituale dell’Occidente ma, dall’altro, offre scenari di speranza ricordando che «Dio è il Signore della storia, e ci sono importanti sacche di resistenza».
Ne esce così un confronto a tutto tondo, non senza richiami anche agli effetti dell’esperienza pandemica, sull’agonia del Vecchio Continente, che da tempo, con la complicità delle istituzioni dell’Unione europea, non si è limitato a negare la propria anima, ma preteso di farsene una nuova, artificiale e inconsistente. Ciò nonostante, assicura il religioso spagnolo al Timone, non tutto è perduto…
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