La statua del Sacro Cuore ha pianto (foto in evidenza e a lato, qui il video). Questo sostengono alcuni fedeli della Diocesi di Torino, legati all’Associazione Luce dell’Aurora, che giovedì 8 dicembre, attorno alle 18.30, erano – come di consuetudine da oramai quasi trent’anni – radunati presso il parco e la vicina la Taverna degli Angeli a Stupinigi di Nichelino (To), per pregare il Santo Rosario.
Durante la preghiera, recitata avendo a cuore la particolare intenzione di una famiglia in difficoltà, una signora sostiene di aver appunto visto scendere delle lacrime chiare, non di sangue, sul volto della statua. L’episodio si sarebbe ripetuto anche nei giorni immediatamente successivi.
Il Timone ha contattato Giovanni (che ci ha chiesto di omettere il cognome), dell’Associazione Luce dell’Aurora, che era presente sul posto il giorno dell’Immacolata e che ha gentilmente ripercorso per noi quanto è avvenuto. Non prima, tuttavia, di aver precisato che il gruppo di preghiera di cui fa parte, nato in relazione alle apparizioni della Madonna – ad oggi ancora non riconosciute dalla Chiesa – avvenute proprio a Stupinigi tra il 1994 e il 2001, durante le quali la Vergine si è qualificata quale Immacolata della misericordia -, «ha sempre camminato in unione con la Chiesa», proprio secondo quanto indicato nei suoi messaggi da Maria.
GIOVANNI, TESTIMONE DELL’EVENTO
«Una signora che era venuta con la sua famiglia a pregare il Santo Rosario», ci racconta Giovanni, «si è accorta di questa lacrimazione. Mi ha avvisto ma io non le ho dato molta retta. Abbiamo quindi pregato una mezz’oretta anche per le sue intenzioni e la sua famiglia e poi quando abbiamo finito, uscendo fuori [dalla Taverna degli Angeli, ndR], lei è andata di nuovo davanti alla statua di Gesù e ha visto nuovamente le lacrime. Allora abbiamo messo la scala, siamo saliti a vedere ma non abbiamo notato nessun liquido che scendeva dalla sommità della testa».
L’episodio «è andato avanti per quattro giorni», ci racconta ancora Giovanni. «Allora abbiamo avvertito la Curia».
Naturalmente si tratta di un evento del tutto eccezionale, che va tuttavia ora sottoposto a una severa verifica: la statua ha veramente “pianto”, e quindi si è trattato di un evento che ha origini soprannaturali, oppure gli episodi sono da classificare nel variegato mondo delle invenzioni?
Per intanto, quel che è certo è che la statua “incriminata” martedì 13 dicembre è stata trasportata, dopo essere stata smontata nella giornata di lunedì, dal parco di Stupinigi all’Arcivescovado di Torino («Anche il giorno del trasporto abbiamo potuto vedere una lacrima sull’occhio», rivela ancora al Timone Giovanni), ed è quindi ora in custodia tra le mani del vescovo Roberto Repole. Non solo, e non tanto, per fermare l’afflusso di fedeli in preghiera che già si era cominciato a registrare presso il parco in cui era collocata la statua, ma innanzitutto per poter compiere con precisione e completezza tutte le indagini del caso. Ad ogni modo, precisa ancora Giovanni, «noi amiamo la preghiera», non il clamore mediatico. E quindi chiosa, con voce calma e fare non poi così stupito di fronte all’evento della lacrimazione: «La Madonna nella sua ultima apparizione ci aveva promesso tanti segni per l’autenticità delle mie apparizioni in questo luogo. E allora ogni tanto ci dà questo, ci dà quello o ci dà l’altro». Ma ora “la palla” passa all’istituzione ecclesiastica, che darà il suo verdetto.
LA VOCE DELLA DIOCESI
Contestualmente con la “traslazione” del Cristo, la Diocesi di Torino ha infatti diramato un Comunicato nel quale si afferma che la statua «verrà sottoposta a un monitoraggio costante e alle analisi del caso, secondo le procedure stabilite dalla Chiesa per assicurare la veridicità dei fatti in questione». In questi casi la parola d’ordine è “prudenza”: l’errore nella valutazione non è contemplato e anche per questo il percorso di verifica non sarà breve e da Torino approderà, se vi saranno le condizioni che portano a propendere verso la veridicità del fenomeno, alla Congregazione per la dottrina della Fede della Santa Sede. Un chiaro esempio della complessità e cura del percorso di accertamento di “eventi soprannaturali” è l’esiguo numero di santi e beati che, in un arco temporale molto lungo, la Chiesa si è sbilanciata nel proclamare tali, dopo lunghi iter di verifica che vedono un’integrazione fruttuosa e necessaria tra scienza e fede. «La Chiesa», prosegue quindi la nota della Diocesi, «si pone con rispetto e prudenza di fronte a notizie come queste. Rispetto nei confronti della buona fede e della preghiera dei fedeli coinvolti; ma anche prudenza verso informazioni che, pur trovando immediata e larga diffusione, devono essere verificate attentamente perché potrebbero prestarsi a facili strumentalizzazioni e a operazioni mediatiche che poco o nulla hanno a che fare con la fede e con la vita quotidiana della Chiesa».
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