«Perché qualcuno dovrebbe avere così tanto odio e voglia di rovinare e distruggere qualcosa che non è di sua proprietà, ma che semplicemente esprime la fede di alcuni?». Sono cariche di amarezza le parole con cui il reverendo Danny Morrison, vicario della chiesa di All Saints a Ipswich – capoluogo della contea del Suffolk, nel Regno Unito – ha provato a commentare con l’emittente radio Lbc la distruzione del presepe allestito, appunto, in prossimità della sua chiesa, che peraltro ha un valore anche storico essendo del XIII secolo.
La rappresentazione della natività in questione è stata vandalizzata in modo brutale – la statua di Gesù Bambino è stata rubata, mentre quella di san Giuseppe è stata addirittura decapitata – appena quattro giorni dopo l’allestimento. Che non è stato semplice né breve. «Sono anche rattristato», ha commentato in proposito il reverendo inglese, «perché conosco la mole di lavoro svolto da così tanti parrocchiani per questo presepe. E sono triste anche per coloro che lo hanno rovinato: in che condizioni devono vivere se traggono gioia in gesti del genere?».
Anche esponenti della politica locale sono rimasti molto colpiti dall’accaduto. Carole Jones, consigliere comunale di Ipswich, ha fatto sapere in un comunicato che «è difficile capire un vandalismo così insensato, soprattutto perché questo presepe ha semplicemente lo scopo di ricordare alla gente il Natale; si tratta di un regalo per tutto il quartiere». C’è però da aggiungere, non certo per giustificare ovviamente ma solo per inquadrare l’accaduto, che purtroppo in Inghilterra gli atti anticristiani non fanno più notizia da tempo.
Basti qui ricordare come, secondo alcune stime, nel Regno Unito ogni giorno si verificano almeno tre atti riconducibili all’ostilità verso il cristianesimo, per un totale di circa 1.000 all’anno. Un numero davvero enorme, che tuttavia non rende meno grave un atto di grave portata anche simbolica, per una comunità, come indubbiamente può essere, ad una manciata di giorni di Natale, la distruzione di un presepe. Tuttavia, rispetto a quello che è successo a Ipswich, ci potrebbero essere sorprese.
Sì, perché già in precedenza, precisamente nel 2018, era le riprese delle telecamere a circuito chiuso avevano consentito di individuare un uomo che danneggiava lo stesso presepe nella chiesa; peraltro, anche in quel caso si era verificata una decapitazione della figura di san Giuseppe. Che si tratti dunque di un ritorno in azione dello stesso soggetto? C’è da sperare si indaghi, anche se neppure individuare il responsabile del gesto delle scorse potrà cancellare l’accaduto, ennesimo atto di cristianofobia in un Occidente che fatica ad accorgersi di questo problema (Foto: screenshot ITV News Anglia, Twitter).
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