Il diritto all’interruzione di gravidanza, «libertà fondamentale e inalienabile della donna», è stato iscritto nella Costituzione francese con 337 voti favorevoli, 32 contrari e 18 astensioni. Il 24 novembre 2022 l’Assemblea Nazionale ha approvato in prima lettura una bozza presentata dalla sinistra radicale (La France insoumise) e poi sostenuta pure dal partito di Macron. La bozza prevede di aggiungere, all’articolo 66, la frase seguente: «La legge garantisce l’effettività e un accesso egalitario al diritto all’interruzione volontaria di gravidanza».
Pubblichiamo di seguito una nostra traduzione di lavoro della Dichiarazione del Consiglio permanente della Conferenza episcopale francese. “Ogni vita è un dono per questo mondo”, questo il titolo della seguente dichiarazione datata al 9 dicembre 2022 sull’iscrizione del diritto all’aborto nella costituzione.
«Giovedì 24 novembre 2022, l’Assemblea nazionale ha votato a larga maggioranza l’iscrizione del diritto all’aborto nella costituzione. A nome dei vescovi di Francia, vogliamo dire la nostra preoccupazione per ciò che significherebbe questa iscrizione. Vogliamo ripetere ciò che ci sembra invece fondamentale: ogni vita è un dono per questo mondo, un dono fragile e prezioso, infinitamente degno, da accogliere e servire dal suo inizio alla sua fine naturale.
Oggi ci sono quasi 220.000 aborti all’anno in Francia. Cifra record nella Comunità europea, cifra che non diminuisce e tende addirittura ad aumentare. Come potremmo vedere questa realtà drammatica come l’unico esercizio di un diritto per le donne o anche come un progresso? Non è soprattutto un segno del fallimento di un’intera società nell’educare e accompagnare, sostenere socialmente, economicamente e umanamente coloro che ne hanno bisogno?
Il comandamento biblico “Non uccidere”, iscritto in tutte le coscienze al di là di quelle dei soli credenti, affida a ogni essere umano la responsabilità di tutti gli altri. In un certo senso, siamo tutti responsabili di questi bambini non ancora nati. Quindi, il vero progresso non sarebbe se potessimo mobilitarci tutti insieme, credenti e non credenti, in modo da aiutare e sostenere meglio l’accettazione della vita? La vera urgenza non sarebbe quella di aiutare almeno quelle coppie o quelle donne che, oggi, non hanno davvero scelta e non possono tenere il loro bambino a causa dei vincoli sociali, economici e familiari che gravano su di loro, e troppo spesso solo su di loro?
Riprendiamo le parole di papa Francesco che, sempre al fianco dei più bisognosi, che ha scritto nel 2013 nella sua prima esortazione apostolica Evangelii Gaudium: «Questa difesa della vita non nata è intimamente legata alla difesa di tutti i diritti umani. Presuppone la convinzione che l’essere umano è sempre sacro […] in qualsiasi situazione e in qualsiasi fase dello sviluppo. […]. Se questa convinzione viene meno, non c’è più alcuna base solida e permanente per la difesa dei diritti umani, che sarebbero sempre soggetti alle convenienze contingenti dei potenti del momento (n°213)».
Insieme a molti uomini e donne di buona volontà, i cattolici continueranno a servire questi diritti e la dignità dei più deboli. Preghiamo anche per le coppie e le donne che si trovano ad affrontare il dramma dell’aborto. Ribadiamo la nostra gratitudine a tutti coloro che si mobilitano per aiutare, accompagnare, ascoltare, sostenere, consolare senza mai giudicare, così come a tutti i rappresentanti eletti che avranno il coraggio – con il loro voto e il loro impegno – di “far progredire la cultura della vita” (papa Francesco, udienza del 5/02/2017).
Monsignor Éric de Moulins-Beaufort, arcivescovo di Reims e Presidente della CEF,
Monsignor Vincent Jordy, arcivescovo di Tours e vicepresidente della CEF,
Monsignor Dominique Blanchet, vescovo di Créteil e vicepresidente della CEF,
Card. Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia,
Monsignor Laurent Ulrich, arcivescovo di Parigi,
Monsignor Dominique Lebrun, arcivescovo di Rouen,
Monsignor Sylvain Bataille, vescovo di Saint-Etienne,
Monsignor Pierre-Antoine Bozo, vescovo di Limoges,
Monsignor Alexandre Joly, vescovo di Troyes,
Monsignor Matthieu Rougé, vescovo di Nanterre».
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