Pubblichiamo di seguito ampi passaggi di un intervento che, in occasione della solennità odierna, nel 1990, tenne il cardinale Giacomo Biffi.
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La Vergine per noi è soprattutto maestra affabile di verità. Dal momento che ci ha regalato il Verbo eterno, la Sapienza del Padre, la Luce che illumina ogni uomo, rimane suo compito favorirci la giusta conoscenza del progetto di Dio. Che cosa vuole particolarmente insegnarci la Madre di Dio con la festa odierna? Per rispondere a questa domanda bisogna comprendere bene che cosa sia una «concezione immacolata» e che cosa significhi questa qualifica con la quale oggi siamo sollecitati a onorarla.
Ma prima ancora bisogna chiarire bene che cosa non significa. Questa precisazione negativa è resa necessaria dall’incredibile sprovvedutezza che in materia religiosa affligge per larga parte la cultura italiana. In Italia ci sono personaggi di grande rilevanza e notorietà, maestri ascoltati, scrittori di libri e di articoli, che quando si tratta della fede cattolica pare che ritengano la confusione e gli abbagli un loro inalienabile privilegio.
Ora l’ignoranza non è mai un diritto; neppure l’ignoranza dei non credenti in materia di dottrina cristiana. Se mai è una comodità, dal momento che non è necessario studiare molto per acquisirla; ma è una comodità che è tollerabile solo se si accompagna alla precauzione elementare di non parlare di ciò che non si conosce. «Immacolata concezione» non vuol dire che la Madonna sia venuta al mondo verginalmente, in deroga delle normali leggi della generazione; cosa che nessun credente si è mai sognato di sostenere in tutta la storia del cristianesimo.
«Immacolata concezione» non vuol dire neppure che Gesù sia da lei nato verginalmente; cosa che è indubbiamente vera e appartiene al nostro «Credo», ma che non è chiamata in causa con questa espressione. «Immacolata concezione» vuol dire che Maria non è stata soggetta neppure per un istante della sua esistenza (e l’esistenza umana per chi ha conservato l’uso della retta ragione comincia dal concepimento) allo stato di peccato originale; stato che contamina invece l’intera umanità in conseguenza di quella ribellione che dall’inizio della storia del mondo ha turbato l’armonia tra il Creatore e le creature (come è stato evocato nella prima lettura).
L’assoluta purezza, che a noi viene donata col battesimo in virtù della redenzione di Cristo, a lei sempre in virtù della redenzione di Cristo è stata anticipata fin dal momento della sua concezione. Quello che noi speriamo di arrivare ad essere alla fine della nostra vicenda, in cielo, quando corrisponderemo pienamente all’ideale di Dio che ci ha voluti «santi e immacolati al suo cospetto» (come ci ha ricordato la seconda lettura), la madre di Gesù è stata perfettamente fin dal principio. A questo punto possiamo capire che la solennità odierna è preziosa per noi soprattutto perché ci richiama con vigore e con chiarezza due punti fondamentali della nostra fede: la realtà del peccato originale e la realtà della redenzione operata da Cristo. (foto: Screenshot de Le dodici porte, YouTube)
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