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Suor Anna è Cavaliere per l’impresa di una scuola libera
NEWS 28 Novembre 2022    di Lorenzo Bertocchi

Suor Anna è Cavaliere per l’impresa di una scuola libera

La nostra collaboratrice suor Anna Monia Alfieri oggi riceve l’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana, dopo la nomina con decreto del Presidente della Repubblica che risale allo scorso luglio.

Suor Anna, già insignita nel 2020 della più alta onorificenza milanese, l’Ambrogino d’oro, per l’impegno profuso a favore della libertà di scelta educativa dei genitori, continua a vedere riconosciuta la sua battaglia per la scuola.

Suor Anna che significato ha per lei questa nomina a Cavaliere della Repubblica?

«Ritengo che il conferimento di tale onorificenza alla mia persona abbia anzitutto il significato di riconoscere la necessità di attuare la libertà di scelta educativa da parte della famiglia, in un pluralismo educativo».

Perché questa urgenza?

«L’amara esperienza del covid ha sancito, se così si può dire, l’assoluta necessità di questa attuazione: non sarà possibile una rinascita del Paese senza la libertà della famiglia nella scelta della scuola pubblica paritaria e senza l’autonomia della scuola pubblica statale stessa nell’attuazione del proprio Piano dell’Offerta Formativa».

Lei sostiene che senza investire sulla scuola non c’è futuro per l’Italia?

«Il degrado, anche psicologico oltre che culturale, a vari livelli di gravità tra gli alunni della scuola pubblica statale italiana, e la scomparsa quasi totale di potenti forze vitali della buona scuola paritaria nelle zone più deprivate socialmente del Paese, chiamano le forze politiche e sociali ad una riflessione profonda. L’Italia non potrà mai ripagare il debito del PNRR senza la cultura, da cui deriva la possibilità di produrre ricchezza attraverso il lavoro. Se la scuola è in crisi, quella statale per uno spreco abnorme di risorse strette nella morsa della burocrazia, la paritaria per l’impossibilità a reggersi con risorse inferiori di gran lunga al costo medio standard per studente (da euro 6.873,99 per la scuola dell’Infanzia a euro 8.736.15 per la scuola secondaria di II grado), sarà in crisi il Paese».

Secondo lei qual è la strada per arrivare a questo traguardo?

«La possibilità costituzionalmente garantita di scegliere la scuola pubblica statale o paritaria da parte della famiglia, senza vincoli economici. Voglio ringraziare il Presidente della Repubblica che conferendomi questa onorificenza dimostra la profonda comprensione del problema e anche le numerose forze politiche e sociali che trasversalmente concordano nella necessità di una riforma del finanziamento della scuola per una effettiva qualità della scuola, nella libertà della famiglia. Sono altresì fiduciosa che il percorso, Autonomia, parità e libertà di scelta educativa possa trovare compimento».

Quali azioni concrete si potrebbero attuare?

«Per offrire un segno di concretezza in tal senso, occorre che il Governo, con la collaborazione di tutto il Parlamento e quindi delle opposizioni, metta in agenda, per il tempo della prossima legislatura, la realizzazione pratica di un principio essenziale della civiltà: l’educazione ha come primo soggetto la famiglia. Conseguentemente, in occasione della prossima legge finanziaria, lo Stato eroghi alle famiglie – a partire dalle meno abbienti – che scelgono per i figli scuole paritarie un credito/contributo di istruzione che progressivamente nel breve-medio periodo possa raggiungere almeno il 70% di quanto lo Stato stesso spende pro-capite, in base al costo medio per studente, già definito dal Ministero dell’Istruzione per l’anno scolastico 2021-2022. Tale contributo dello Stato sia poi integrato con i finanziamenti di Regioni e Comuni fino a raggiungere l’intero costo standard di sostenibilità per allievo (euro 5.500)».

Cosa pensa della recente legge di bilancio approvata dal governo?

«Ritengo molto positivo lo stanziamento nella legge di bilancio di 70Mln e 24Mln per le scuole paritarie, che va ad incrementare il fondo di 500Mln. Pur comprendendo che a genitori in grave difficoltà appaiano ancora come briciole (un contributo poco meno di 800 euro per allievo a fronte di un costo medio studente di 7Mila euro), ritengo che sia un segnale senza precedenti che denota l’acquisizione di una nuova sensibilità. Finalmente le scuole pubbliche paritarie entrano di diritto in una legge di bilancio che esprime la determinazione a raggiungere la frontiera di civiltà, rappresentata dalla garanzia del diritto di apprendere dello studente, senza alcuna discriminazione economica».

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