Per gentile concessione dell’editore pubblichiamo un breve stralcio del libro di Santiago Cantera Montenegro, La crisi dell’Occidente. Origini, attualità e futuro, Cantagalli, pagg. 336, € 26,00. Il libro sarà disponibile in libreria dal 25 novembre.
Quando scompare la coscienza del peccato e la conseguente speranza nel perdono misericordioso di un Dio che è Amore, l’uomo cade in una situazione di tristezza esistenziale e perfino di angoscia. E se a questo aggiungiamo le correnti ideologiche che – da una parte o dall’altra – sfociano in questo stesso punto, il processo si può ampiamente spiegare.
Oggi, certamente, molti Europei vivono immersi in una situazione di disagio psichico, solitudine affettiva, vuoto interiore, etc. Nonostante lo sviluppo materiale e l’apparente confort esteriore, questa realtà si manifesta nell’intimo di molte persone, siano adulti, anziani o giovani (il che forse è ancora più preoccupante). E da essa derivano altre conseguenze che risultano fatali alla società: instabilità emotiva (che si traduce in instabilità di fronte alle grandi scelte di vita: matrimonio e famiglia, vocazione religiosa, professione, etc.), mancanza di un carattere ben formato e fermo, dominio del capriccio sulla ragione, volontà sottoposta alla tirannia dei sensi, etc. Insomma, è una società debole, fatta di uomini e donne senza basi solide, abbastanza facilmente manipolabile stimolando ed eccitando le passioni che esercitano il loro impero tirannico: passione per il denaro, per il sesso, per le comodità, etc. (…)
A ragione, Madre Teresa di Calcutta diceva che la povertà dei Paesi ricchi è peggiore di quella esistente nel Terzo Mondo: in quest’ultimo c’è povertà materiale, ma la prospettiva religiosa e la semplicità della vita favoriscono la gioia dell’uomo e delle famiglie; nel primo, invece, c’è una povertà spirituale, caratterizzata dalla tristezza e dall’impressione di vivere una vita senza senso. (…)
Questo profilo psichico delle generazioni giovani e meno giovani dell’Europa occidentale è una conseguenza dell’evoluzione a cui ha portato il pensiero della “Modernità” e la sua applicazione sociale nel continente. In larga misura, è anche il risultato dei valori – o piuttosto degli pseudo-valori – che vengono costantemente instillati dai mezzi di comunicazione di massa (o, meglio, “mezzi di trasformazione della mente”). Vi sono anche altre cause, ma la più importante è senza dubbio la destrutturazione che la società sta subendo a causa del crollo della stabilità e della vita familiare: la famiglia è spezzata, la crescita e la normale maturazione della persona sono soffocate; una volta annientate famiglia e persona, la società subisce un indebolimento brutale dovuto alla mancanza di cellule che le danno vita. (…)
La povertà spirituale a cui alludeva Madre Teresa di Calcutta è una realtà. In più, il disprezzo per i vecchi rivela il basso livello in cui è caduta una civiltà: quando una cultura, anziché apprezzare l’esempio e la saggezza degli anziani ed essere commossa dalla loro debolezza, sceglie di rifiutarli e svalutarli, è perché si sente apparentemente autosufficiente, anche se in realtà insicura. Qualcosa di simile si può dire in relazione al disprezzo verso i bambini: quando una società preferisce le comodità individuali alla generazione di nuove vite e alla dolcezza dei fanciulli, è sintomo della perdita di speranza e della mancanza di aspettative serene per il domani. La società europea, quindi, oggi è gravemente malata. (…)
Insomma, l’Europa oggi si muove in gran parte nell’incertezza, nell’insicurezza, nell’instabilità, perché soffre di una profonda debolezza interiore che ha cause essenzialmente spirituali. (…)
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