Caro direttore,
con tutta sincerità non comprendo le critiche che sono state mosse al Ministro Valditara a seguito della pubblicazione della lettera rivolta agli studenti in occasione del 9 novembre. Ritengo che sia l’ennesima prova di un gusto per la polemica che si sta diffondendo. Ora, io lo ripeto: l’onorevole Giorgia Meloni è arrivata a Palazzo Chigi perché è stata eletta dai cittadini, da una maggioranza che non lascia adito al dubbio. Dunque chi è all’opposizione, so di ripetermi, deve prendere coscienza che continuare a evocare il passato non solo non ha portato alla vittoria elettorale ma ora rischia di gettare il Paese nel caos. In nome di che cosa?
Cosa ha scritto il Ministro Valditara di non intellettualmente corretto e rispettoso dell’altro? Nulla. Come ha concluso la lettera il Ministro? Con l’apologia del Fascismo? No. Ha concluso invitando i giovani a “riflettere e a discutere”. Mi domando: cosa c’è di sbagliato? Condivido al 100% la lode che il Ministro fa della liberaldemocrazia, quando la definisce un ordine politico e sociale imperfetto, tuttavia l’unico in grado di garantire che umanità, giustizia, libertà e verità non siano mai subordinate ad alcun altro scopo, sia esso nobile o ignobile. Trovo queste parole di altissimo senso civico, per nulla faziose e mi spiace che siano state oggetto di polemica. Attenzione, perché dalla polemica sulla lettera, si passa al manichino della Presidente Meloni appeso a testa in giù, in una escalation di polemica che, Dio non voglia, chissà a cosa può portare.
Palmiro Togliatti, cosa fece dal letto di ospedale a seguito dell’attentato subito, se non inviare alla base del partito un chiaro ordine a non reagire e a non rispondere con la violenza? Sicuramente non siamo a tali livelli di tensione, ma occorre vigilare perché determinate dinamiche non abbiano a reinnescarsi.
E poi, perdonate, ma invito le forze politiche a un sano orgoglio nazionale e delle Istituzioni. Che immagine diamo all’estero? Davanti all’emergenza bellica ed economica, invece di trovare un sano spirito di unità, non perdiamo l’occasione per attaccare il Governo, nella persona del Presidente o dei suoi Ministri? Ancora una volta guardo all’esempio del presidente Mattarella: basterebbe comportarsi al suo stesso modo e sicuramente certe polemiche sterili non troverebbero il terreno nel quale attecchire.
Ho la sensazione che queste polemiche in realtà dimostrino una scarsa volontà di porre al centro gli studenti, il diritto di apprendere senza alcune discriminazione economica. E’ quanto mai indispensabile unire le forze e concentrarsi sul compimento del percorso autonomia, parità e libertà di scelta educativa con una scuola che ritorni ad essere un ascensore sociale. Lungo questi ultimi 20 anni politiche miopi, contro i poveri hanno difatti prodotto una scuola classista, regionalista e discriminatoria, che vede una dispersione scolastica, un divario culturale fra il Nord e il Sud. Mi aspetto da questo Governo e dalle opposizioni il compimento della riforma riguardante autonomia, parità e libertà di scelta educativa: è questo il tema scomodo che domanda senso di responsabilità e lavoro intelligente. Tale riforma è a costo zero: chi fa polemiche di fatto ruba il futuro ai nostri giovani condannando al degrado culturale le fasce più deboli, più povere, che vivono nelle aree più svantaggiate economicamente.
Suor Anna Monia Alfieri
Carissima suor Anna, non so se la liberaldemocrazia citata dal Ministro Valditara nella sua lettera del 9 novembre scorso offra davvero e sempre tutte le garanzie di umanità, giustizia, libertà e verità, di certo sembra averlo fatto meglio rispetto a tutti i totalitarismi del Novecento. Tuttavia, sono perfettamente d’accordo con lei sul fatto che queste polemiche sulla lettera del ministro in realtà finiscono solo per distrarre rispetto al tema vero della libertà educativa e anche della emergenza educativa. Anche noi, come lei, da tempo impegnata su queste battaglie, auspichiamo che il Governo insieme alle opposizioni mettano in agenda, sin dalla prossima Legge di Bilancio, la realizzazione pratica di un principio essenziale della civiltà: l’educazione ha come primo soggetto la famiglia. Per passare dalle parole ai fatti si deve però mettere mano al portafoglio, per rendere davvero praticabile a tutti un’autentica libertà di scelta educativa. (Il direttore – L.B.)
(Foto Imagoeconomica)
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