A distanza di ormai molti mesi dal suo inizio, la guerra in Ucraina continua a mietere vittime. L’esercito di Kiev è sicuramente riuscito a riscattarsi in modo significativo, ma le forze di Mosca sembrano lontanissime da una resa; anzi, aleggia e ritorna con frequenza costante anche del dibattito pubblico occidentale un incubo che sembra quasi non sembra terrorizzare più: quello dell’apocalisse nucleare.
Resta però sempre aperta la strada continuamente richiamata da Papa Francesco: quella del negoziato. E che sia una strada, per quanto stretta, ancora percorribile lo confermano, da prospettive diverse – quella diplomatica e quella militare – l’ambasciatore Carlo Marsili e il generale Fabio Mini i quali, sentiti da Roberto Vivaldelli, hanno delineato quelle che sono le condizioni, in realtà già presenti o comunque molto vicine, che possono agevolare una trattativa.
Trattativa che, come osserva in un articolo Davide Malacaria, grande esperto di politica estera e seguito autore di piccolenote.ilgiornale.it, non è più un auspicio solo di qualche esperto bellico né può considerarsi materia di interesse per il mondo pacifista, essendo ormai ampiamente qualcosa di auspicato anche dal popolo italiano…
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