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La pillola sarà gratis, ma le conseguenze le pagheremo tutti
NEWS 6 Ottobre 2022    di Giuliano Guzzo

La pillola sarà gratis, ma le conseguenze le pagheremo tutti

La notizia è iniziata a circolare già nella mattina di ieri: l’Aifa – acronimo che sta per Agenzia Italiana del Farmaco – avrebbe deciso di rendere gratuita la pillola anticoncezionale. Al momento non risulta ancora assunta ufficialmente, ma la decisione è nell’aria. Se confermata, farà in modo che l’Italia segua il recente esempio della Francia che, a partire proprio da quest’anno, non fa più pagare la pillola alle minori di 25 anni.

Potranno fruire della misura approvata, secondo gli stessi dati di Aifa, fino a 2,5 milioni di donne. Va detto, per correttezza, che questa non è una novità assoluta neppure per il nostro Paese, dato che in tal senso si sono mosse già quattro regioni (Toscana, Puglia, Lombardia ed Emilia-Romagna), ma certamente la notizia c’è e merita una riflessione.

Soprattutto, vale la pena chiedersi: quali potranno essere le conseguenze d’una simile decisione? Che impatto avrà nel tessuto sociale del nostro Paese? Sfortunatamente, disponiamo già di molti indizi condensabili in una valutazione: la pillola diventerà pure gratis, ma le conseguenze le pagheremo comunque tutti. Infatti non la teoria, bensì l’esperienza (internazionale) insegna che sono ben pochi i frutti di simili politiche.

Tanto per cominciare perché più pillole non è detto che riducano aborti e gravidanze indesiderate; anzi, ci sono indizi che paiono andare nella direzione opposta. Soprattutto, un dato appare sicuro: una più radicata cultura della pillola altro non farà che incoraggiare condotte disordinate, non solo moralmente, favorendo precocità e promiscuità e, più in generale, un clima di deresponsabilizzazione.

In tutto ciò, resta valida una formidabile profezia. E, si badi, una profezia laicissima: quella di Max Horkheimer (1895-1973), filosofo della Scuola di Francoforte il quale, riconoscendo con coraggio le ragioni dell’enciclica Humanae vitae (1968), che tante furiose polemiche – anzitutto intestine al mondo cattolico – costò a Papa Paolo VI, riconobbe per tempo il potenziale devastante che avrebbe avuto la diffusione della pillola anticoncezionale.

«La pillola», avvertì il grande pensatore tedesco, «fa di Romeo e Giulietta un pezzo da museo. Mi permetta di formularlo in modo esplicito: oggi, Giulietta direbbe al suo Romeo di aspettare solo un momento per prendere la pillola prima di andare da lui». «Dobbiamo pagare un prezzo per questo progresso», aggiunse ancora un lucidissimo Horkheimer, «e questo prezzo è l’accelerazione della perdita del desiderio, e, alla fin fine, la morte dell’amore».

Mezzo secolo dopo, è difficile non riconoscere in quelle parole la forza della profezia. Non la Chiesa cattolica e neppure qualche intellettuale conservatore, bensì le più accurate ricerche ci dicono infatti che i giovani di oggi, quelli cioè con libero accesso alla pornografia grazie agli smartphone e alla contraccezione grazie a governi e politici che fanno il loro bene solo a parole, vivono una sessualità non più intensa ma, al contrario, più stanca e rara di quella dei loro genitori.

Questo dicono in effetti rilevazioni sui giovani americani e inglesi e questo diranno sempre più quelle sui giovani che abitano un Paese, l’Italia, che già sconta un disperato bisogno di fiducia nel futuro e di vitalità, ingredienti senza i quali le culle oggi vuote domani lo saranno ancora di più. Ecco che allora, quando ci si renderà conto di quanto sia esiziale la decisione assunta all’Aifa, quella dura da mandare giù non sarà la pillola bensì la consapevolezza di aver commesso, tutti, un errore enorme.

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