Credo di esser costretta a rivedere la mia amicizia con Costanza Miriano. Ogni libro è uno step next piuttosto impegnativo e io non sono pronta. All’inizio era facile, quando è uscito Sposati e sii sottomessa io non ero sposata quindi capite che non avevo alcun problema di eventuale applicazione delle proposte «pratiche estreme per donne senza paura». Anche con Quando eravamo femmine il percorso era in discesa per me, troppo fuori dal tempo la battaglia neo femminista che il mondo ci spingeva a dover a tutti i costi intraprendere, troppo pervasiva, troppo tutto.
Quando è uscito Obbedire è meglio, ecco lì in effetti hanno iniziato a sorgermi dei dubbi, avrei dovuto iniziare a cercare amicizie alternative, quelle da happy hour e da pat pat sulla spalla. Poi è stata la volta di Si salvi chi vuole, con i pilastri su cui costruire la nostra vita spirituale (dal quale è nata anche l’esperienza del Monastero wi fi, prossimo appuntamento a Roma il 24 settembre, sul tema confessione, qui il programma) e tra i pilastri c’era il digiuno, ma me la sono cavata fingendo di dimenticarmi di leggere proprio quel capitolo.
La faccenda si è fatta ancora più difficile con Niente di ciò che soffri andrà perduto perché va bene tutto, ma su questa cosa che il dolore non solo ha un senso, ma è fecondo nella misteriosa economia divina è molto affascinante, ma io “passo”, grazie, lascio il gioco ad altri, perché neanche con l’aiuto a casa ce la posso fare. Ora il livello si alza di nuovo, perché l’ultima fatica letteraria – scritta strappando minuti alla sua vita di moglie, mamma, giornalista, consolatrice di sconosciuti– invita sostanzialmente a leggere la Bibbia. Tutta. Intera. In una sola vita.
Non che sia un’idea esattamente nuova, ammettiamolo, e non che non fosse nei miei programmi prima di morire, lo era (insieme a “diventare una persona atletica”, imparare l’arabo, costruire il mio armadio capsule con soli 25 capi e altri obiettivi del periodo ipotetico dell’irrealtà), ma ora temo che il tempo sia giunto e io non sono pronta.
Il titolo è Il libro che ci legge – La Bibbia come la mappa del tesoro (Sonzogno editore). Sono piuttosto sicura che il tesoro dentro ci sia veramente e che non si tratta di una di quelle bugie socialmente accettate tipo che dopo un po’ che fai sport “si liberano le endorfine” e cominci ad amare la fatica. «La Bibbia – scrive Costanza – è davvero una mappa del tesoro, una guida alla realtà, ma solo se la prendi sul serio, se la metti alla prova. […] Insomma la Bibbia può cambiarti la vita ma solo se la ascolti, cioè se ti fidi di un’altra fonte di informazioni su di te e sulla tua storia, una fonte che non sia il tuo cervello, le tue sensazioni, le tue emozioni».
Il volume è un racconto di viaggio, del suo viaggio, iniziato dentro una specie di ripostiglio dentro il quale si è chiusa perché positiva all’ormai noto virus insieme al computer e al libro più letto di sempre. Racconta di tanti incontri che ha fatto strada facendo, da Giuditta a Rut, da Salomone a Giuseppe, passando per Tobia e Sara. Un viaggio nel tempo assolutamente presente, che parla dei i drammi e i desideri ci ciascuno, che parla ai drammi e ai desideri di ciascuno.
La Bibbia, precisa «non va letta alla ricerca di conferme. Perché il miracolo che succede quando la leggi, la rileggi e la impasti con la vita è che non sei più tu a leggere lei, ma è lei a leggere te». Attenzione, mette poi in guardia Costanza Miriano, anche all’uso mistico home made della Bibbia, ovvero aprirla più volte a caso cercando quello che però vogliamo per forza che il Signore dica quello che vogliamo noi, mentre al momento pare ancora che Dio sia Dio e noi no, grazie al cielo.
Oltre ai protagonisti della Bibbia come sempre Costanza si fa accompagnare in questo viaggio da un sacco di amici in carne e ossa, dove per amici si intende anche vite incrociate per pochi secondi alla fermata di un tram ma con la quale è riuscita a fare amicizia. Il risultato è la storia dell’umanità, che da millenni vive le stesse identiche gioie e dolori e da sempre cerca un senso ultimo alla propria vita ma soprattutto la pienezza che dimora solo in Dio. E quindi niente, le opzioni per me sono due: cambiare amici e iniziare a leggere Saviano, o cominciare questo viaggio. E siccome chi trova un’amica trova un tesoro (nello specifico poi, io ho fatto Bingo!), mi preparo a partire (Foto: fonte).
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