Sono di certo giorni di grattacapo quelli che stanno passando il giornalista Daniel Panneton e la Redazione della rivista statunitense The Atlantic, alla luce del “can can” mediatico che si è generato in seguito alla pubblicazione, domenica 14 agosto, dell’articolo che ora si trova online con il titolo revisionato How Extremist Gun Culture Is Trying to Co-opt the Rosary (Come la cultura estremista delle armi sta cercando di cooptare il Rosario), considerato più soft del precedente How the Rosary Became an Extremist Symbol (Come il Rosario è diventato un simbolo estremista).
La tesi di fondo dell’articolo è presto detta: una certa ala del mondo cattolico, quelli che l’Autore i «cattolici radical-tradizionali (o “rad trad”)», ha conferito al Rosario un «significato militaristico», a suo avviso travisando «un’idea spirituale secondo cui il Rosario può essere un’arma nella lotta contro il male» e trasformandolo «in qualcosa di pericolosamente letterale». Di qui, il collegamento con l’estremismo di destra di questi rappresentanti del «nazionalismo cristiano» viene fin troppo facile, così come l’inciso polemico contro la sentenza della Corte suprema sulla Roe v. Wade in materia d’aborto, «causa comune» che a detta di Panneton cementa questo mondo estremista.
Inutile dire che tutto questo – evidentemente, dal momento che se ne occupa – genera molta preoccupazione nel mondo liberal, che ama lasciarsi avvolgere dal melenso precetto del «volemose bene» e rifugge qualsiasi posizione che vada a ledere il relativismo imperante. Ma tant’è, come spesso accade, «il diavolo fa le pentole ma non i coperchi» e, è proprio il caso di dirlo, la fantasia di Dio non conosce confini.
Ecco quindi che quello che doveva essere un articolo volto a sputare una sentenza di condanna (radicali?) contro il mondo dei «cattolici radical-tradizionali» (che, per inciso, non è esente da punte critiche, ma questo come tutte le compagini umane), si è trasformato in un volano che ha fatto fiorire… proprio le vendite dei rosari e il numero di followers di coloro – singoli, gruppi, congregazioni – che non fanno mistero dell’importanza della recita del Santo Rosario!
A darne conto, un articolo apparso sul National Catholic Register: «I negozi online che vendono rosari», si legge, «hanno riportato un aumento delle vendite a seguito di un controverso articolo pubblicato domenica sulla rivista The Atlantic che ha tentato di collegare il Rosario all’estremismo di destra negli Stati Uniti».
Qualche nome di portale che ha dato conto di un aumento di vendite di rosari? Rugged Rosaries, che commercia «rosari durevoli, ispirati ai rosari usati nell’esercito durante la Prima guerra mondiale»; Catholic Woodworker, che si pone come obiettivo quello di «equipaggiare le famiglie per la battaglia nel mondo moderno»; The World Apostolate of Fatima USA: «Non preghiamo contro le persone; preghiamo per le persone», ha chiarito David Carollo, direttore esecutivo dell’apostolato; e anche EWTN.
Accanto a questi, hanno visto aumentare il proprio seguito il sito web CaatholicGuardians.com, o padre Donald Calloway. E questa è, probabilmente, solo la prima parte dell’onda d’urto che probabilmente continuerà a portare (buoni) frutti. Tra il serio e il faceto, lanciamo quindi a Panneton e a The Atlantic un suggerimento: perché non pubblicare un articolo a commento della frase del libro di Giobbe: «Militia est vita hominis super terram, et sicut dies mercenarii dies eius» (Gb7,1)? O, ancora meglio, alle parole di Gesù: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada» (Mt 10,34)?
Sia mai che, oltre che a far crescere la vendita di rosari, che speriamo vengano anche sgranati quotidianamente (magari in famiglia!), qualche persona non decida di fare la scelta, questa sì radicale, di arruolarsi nella schiera dei discepoli di Cristo. Che, per la cronaca, come premio per la propria buona condotta in battaglia non hanno l’effimera gloria terrena, bensì la vita eterna. Mica poco.
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