Maghi, manici di scopa e boccino d’oro. Nell’immaginario di tutti questo è il Quidditch, lo sport ufficiale dei maghi della saga di Harry Potter che da qualche anno è diventata un’attività sportiva reale praticata in circa 40 Paesi. Ebbene, dall’oggi al domani dobbiamo chiamarlo Quadball e se pensate che sia una scelta di stile dell’autrice, J. K. Rowling, vi sbagliate. A dettare legge sono stati l’International Quidditch Association e l’US Quadball e Major League Quadball, i due organi di governo dello sport in Nord America che questa settimana hanno annunciato il nuovo nome, che entrerà in vigore quest’estate.
Sì, c’è la questione del copyright – nessuna delle due organizzazioni americane possedeva il marchio “Quidditch” (detenuto dalla Warner Bros) – ma a far notizia è stata la motivazione ideologica: prendere le distanze dalla Rowling, sempre più sotto al mirino della cancel culture per le sue posizioni “transfobiche”.
I suoi commenti hanno allontanato molti dei suoi fan e gli attori principali, tra cui Daniel Radcliffe ed Emma Watson, che si sono schierati pubblicamente contro l’autrice. Basti pensare che l’attrice di Hermione Granger ha posto come condizione all’interpretazione del suo personaggio l’esclusione della Rowling. E non c’è fine al peggio perché hanno fatto fuori l’ideatrice di Harry Potter anche da tutte le reunion tv (su Sky e NOW) ‘Harry Potter 20th Anniversary: Return to Hogwarts’, senza dare motivazioni evidenti.
Questa è l’egemonia della cancel culture che dovrebbe farci tornare in mente la modalità sistematica che ogni dittatura adotta per eliminare, sotterrare, senza troppi giri di parole. Qui poi il giro di parole è sempre quello: transfobia, diritti LGBTQ+ e via dicendo. Quello che la Rowling afferma con forza è la differenza biologica di genere, i maschi sono maschi e le femmine sono femmine. La vera e propria persecuzione che sta affrontando inizia nel 2018 quando aveva sostenuto la ricercatrice britannica Maya Fors-tacer che aveva osato sfidare le teorie gender. Poi nel 2020 un famigerato suo tweet “contro” le persone transessuali ha scatenato la bufera. La scrittrice era infatti intervenuta su Twitter per commentare un articolo di Devex, piattaforma multimediale per la comunità di sviluppo globale, intitolato: “Opinione: creare un mondo post-COVID-19 più equo per le persone che hanno le mestruazioni”, per non scrivere l’innominabile “donne” che offenderebbe chi ha deciso di diventare uomo avendo conservato gli organi femminili. «Le persone che hanno le mestruazioni. Sono sicura che ci fosse una parola per quelle persone. Qualcuno mi aiuti. Wumben? Wimpund? Woomud?», ha ironizzato la Rowling. E via con le minacce di morte.
E se pensiamo a una Rowling intransigente sul fronte nemico delle persone trans ci sbagliamo di grosso, a più riprese ha infatti tentato di spiegare quella che può rimanere un’ovvietà seppur per un numero sempre più esiguo di persone: «Se il sesso non è reale, non c’è attrazione per lo stesso sesso. Se il sesso non è reale, la realtà vissuta dalle donne a livello globale viene cancellata. Conosco e amo le persone trans, ma cancellare il concetto di sesso rimuove la capacità di molti di discutere in modo significativo delle loro vite. Non è odio, è dire la verità». E non è bastata l’esperienza personale di violenza domestica che l’ha avvicinata con serietà alla difesa delle donne. Stavolta non ha intenerito nessuno, perché il disonore di aver parlato di pura biologia è troppo grande. La sua battaglia deve essere anche la nostra, per tentare di non lasciare spazzato via anche il più piccolo brandello di verità.
Potrebbe interessarti anche